BIBLIOTOPIA

GIORGIO CASTIGLIONI
MOSTRI DEI LAGHI
il lago di Como

Parè, sala consiliare del municipio, 11 aprile 2013

 

1946

Le vicende del "mostro" del lago di Como cominciano nel 1946. Il "Corriere comasco" racconta (come dice il titolo dell'articolo) "la paurosa avventura di due cacciatori brianzoli". Si racconta di due cacciatori che si trovano al Pian di Spagna e vedono un animale misterioso, sul modello del mostro del Loch Ness. Essendo a caccia, hanno con loro il fucile e sparano alla bestia. Il mostro si infuria (ed è comprensibile dato che gli hanno sparato) e si muove minaccioso verso i cacciatori, i quali gli sparano ancora: ilmostro capisce che non è giornata per lui e si dilegua immergendosi nelle acque.
Leggendo l'articolo, si intuisce che è una notizia inventata dal giornale. Il "Corriere comasco" la pubblicò nel taglio basso della pagina, dove pubblicava spesso notizie di questo tipo.
Il mostro sarebbe stato lungo due o tre metri, di colore rosso-bruno, con una cresta. Già da questo primo articolo, il mostro lariano riceve il suo nome: viene chiamato "lariosauro". La parte "sauro" richiama i rettili del Mesozoico, come plesiosauri e dinosauri. In realtà, il nome "lariosauro" era già stato usato dalla paleontologia un secolo prima per indicare un rettile realmente esistito, circa 230 milioni di anni fa. Non era un rettile enorme, come lo erano altri rettili del Mesozoico. Non era un dinosauro. Spesso si usa il termine "dinosauro" per tutti i rettili preistorici, ma in realtà i dinosauri sono un gruppo specifico di rettili, al quale il lariosauro non appartiene. Il lariosauro appartiene ai notosauri, un gruppo del tutto estinto.
Quale rapporto può esserci tra questo lariosauro trovato allo stato fossile e il "mostro" del lago di Como? Nessuno. Il nome lariosauro non significa che viveva nel Lario, per il semplice motivo che il lago a quei tempi non si era ancora formato. Significa che i resti fossili sono stati trovati vicino al lago di Como. Qui c'era il mare e il lariosauro era appunto un rettile marino, adattato alla vita acquatica, dotato di pinne come arti anteriori e di zampe palmate agli arti posteriori. E' quindi da escludere che questo rettile abbia qualunque legame con qualunque animale che possa essere trovato nel lago di Como. Per quanto ne sappiamo, questo gruppo di rettili è completamente estinto. Anche supponendo che sia sopravvissuta una specie con forma più o meno simile (ed è difficile crederlo), si dovrebbe presupporre che dal mare sia risalita per i fiumi stabilendosi in un lago nel frattempo formatosi nella zona dove vivevano i suoi lontani antenati. Finiamo nella fantascienza. Dunque separiamo nettamente i due lariosauri, quello della paleontologia e quello delle voci sul "mostro".
Torniamo al 1946. Anche il quotidiano "La Provincia" vuole sfruttare la storia del mostro. Dapprima scrive che già qualche anno prima sarebbe apparso un mostro, lungo addirittura una decina di metri. Poi inventa un nuovo avvistamento, a Varenna. Il mostro sarebbe sceso dal Pian di Spagna fino a Varenna. Dunque sarebbe un mostro capace di coprire una discreta distanza nel giro di giro tempo. Intanto il mostro sembra essersi allungato di un metro almeno: ora si dice che ne misura quattro. Andando molto veloce si è allungato? Ha pure cambiato colore: prima era rosso-bruno, ora è grigio-bluastro con macchie rosse. Curiosamente il giornale dice però che la descrizione è sostanzialmente uguale. In comune, tuttavia, sembrano esserci solo le grosse dimensioni e la cresta.
Venne pubblicato anche un disegno del mostro, con una coda a ventaglio con squame da pesce o rettile, due strane appendici (pinne?) che gli spuntano sotto la gola e delle altrettanto strane vibrisse.

La settimana successiva, il "Corriere comasco" (forse geloso perché altri hanno "rubato" il suo mostro?) decide di anticipare tutti annunciando la cattura e morte del mostro.
Del mostro si era parlato sulla stampa locale e non solo: ne avevano parlato anche, per esempio, il Corriere della Sera e il Pomeriggio di Firenze. Si erano fatte ipotesi su cosa potesse essere. Si era detto che poteva essere una grossa carpa, uno storione o addirittura una mucca che, agli occhi di qualcuno che aveva bevuto un po', si era trasformata in un mostro.
Il "Corriere comasco" accolse l'idea dello storione, scrivendo che era stato pescato a Varenna uno storione e che quello era il mostro di cui si era parlato. Leggendo l'articolo, la mia impressione è che la storia della cattura dello storione sia inventata, come quella del mostro. In seguito il "Corriere comasco" pubblicò, sempre nel taglio basso della prima pagina, un articolo che parlava dell'apparizione del fantasma della Ghita, la ragazza di Moltrasio protagonista di una leggenda. C'era anche una foto del fantasma. Il periodico offriva anche un commento in cui si diceva che, sparito il mostro, saltava fuori il fantasma: un'allusione al fatto che tutto era solo uno scherzo?
Insomma, il mostro del 1946 è evidentemente un'invenzione. Nonostante ciò, è il "mostro" lariano che ha maggiore successo. Come si diceva ne parla la stampa anche al di là di quella locale. La "Domenica del Corriere" pubblicò una possibile foto del mostro, ma visto quanto è indecifrabile, la privacy della bestia sicuramente non corre rischi.

Il mostro compare anche in una storia di Paperino. Quando viene tradotta in italiano la storia The terror of the river, si introducono dei riferimenti geografici italiani. La storia viene quindi ambientata a Golasecca, che sembra un nome disneyano, ma esiste davvero, sul fiume Ticino. Uno dei nipoti di Paperino dice che un mostro è stato visto dalle parti di Colico (come, appunto, il mostro del Pian di Spagna). Come abbiamo visto, le cronache lo avevano già portato fino a Varenna e Paperino immagina che sia sceso fino a Lecco, abbia poi nuotato nell'Adda e nel Po e quindi sia entrato nel Ticino. Nella storia si scopre poi che è un mostro finto che nasconde un mezzo meccanico.

1954

Nel 1954 c'è un caso che ha avuto meno successo, ma è più interessante. "La Provincia" lo definisce "uno strano mostro", "L'Ordine" parla di "uno strano animale". Qui pare che qualcosa ci sia davvero. Gli articoli ci parlano di un animale simile a un maiale e vengono nominate delle pinne. Nell'articolo era citato il nome di chi l'aveva visto e anni fa l'ho contattato per avere informazioni. Mi aveva detto che l'animale l'aveva visto davvero. Era lungo dai 90 centimetri al metro, dimensioni quindi più ridotte di quelle attribuite ai mostri inventati nel 1946. Non aveva visto bene la parte anteriore, ma poteva dire che il muso era arrotondato, non aguzzo come quello dei pesci. La parte posteriore era come quella di un maiale: anche in questo caso, dunque, più ampio di quello di un pesce. Aveva zampe come quelle di un'anatra. Non poteva però certamente essere un'anatra o un altro uccello con i piedi palmati, visti gli altri due caratteri ricordati. Esistono però anche mammiferi con zampe palmate, come le lontre. I tre caratteri citati e la lunghezza possono andar bene per una lontra. Le lontre ai tempi erano ancora presenti sul lago di Como anche se poi, purtroppo, sono scomparse. Le ultime testimonianze della presenza di lontre provengono dalla riva opposta del lago, ma attraversare il lago non è certo difficile per un ottimo nuotatore come la lontra. Potrebbe essere l'ultimo avvistamento di una lontra sulla riva occidentale del lago. Non si può essere certi che fosse una lontra. La persona che aveva visto lo "strano animale" diceva che l'aveva visto per un breve tempo perché era subito scappato e quando ho avuto occasione di chiedergli informazioni erano passati più di 40 anni. L'ipotesi ci ricorda comunque che alcune descrizioni che sembrano riferirsi ad animali sconosciuti, se esaminate meglio, possono essere compatibili con animali noti e quindi l'animale sconosciuto sarebbe piuttosto un animale non riconosciuto.

1957

Nel 1957 una notizia parla di un grande mostro che sarebbe apparso tra Musso e Dongo. Vengono date descrizioni e lunghezze diverse nello stesso articolo. La cosa chiara è che è un'invenzione, come quella del 1946, con la differenza che quella, come si è detto, ha avuto un discreto successo, mentre questa, almeno per quanto ne so, non ne ha avuto e non è stata ripresa da altri.

1957

Sempre nel 1957, il mese successivo, a Dervio, Luigi Percassi e Renzo Pagani si immergono con la loro batisfera e riferiscono di aver visto uno strano animale, parzialmente nascosto da una roccia, la cui lunghezza complessiva poteva essere tra i 60 centimetri e il metro e 20, dimensioni, quindi, non eccessive per la fauna del nostro lago. L'articolo parla di una testa simile a quella di un coccodrillo e di zampe (non di pinne, ma come si è visto nel caso del 1954 non va data per scontata la precisione nel riportare i dettagli). In fondo all'articolo si dice che la fantasia può avere un suo ruolo e che potrebbe trasformare un luccio in uno squalo. In effetti, il luccio ha una testa che può sembrare simile a quella di un coccodrillo e le dimensioni citate sono adeguate per tale pesce. I dati a disposizione sono però pochi per fare affermazioni con qualunque grado di certezza. Pare che Renzo Pagani avesse preso in esame l'ipotesi del luccio e l'avesse scartata. Renzo Pagani, era lo zio del padre di Emanuele Pagani, autore del romanzo Il mostro del lago di Como: il lariosauro, che presenteremo giovedì prossimo a Casnate con Bernate. Proprio il fatto che nella sua famiglia si parlasse di questo avvistamento ha ispirato il suo libro e giovedì certamente gli chiederemo di dirci qualcosa.

1962

Nel 1962, ancora Percassi e Pagani, in un'immersione con la batisfera, videro "degli stranissimi pesci abissali con la testa molto grossa". L'anno prima, "L'Ordine" aveva pubblicato una poesia satirica sulla spazzatura lasciata in riva al lago chiamando in causa il lariosauro. Si raccontava scherzosamente che san Giorgio aveva ucciso il drago - lariosauro e dove era stata la sua carcassa ora c'era del pattume altrettanto puzzolente. Si concludeva con la preghiera di fare scomparire (in rima) la "rudera" (spazzatura). Dunque il nome del lariosauro girava.

anni '80

Un avvistamento degli anni '80 è stato riferito sul forum di Bibliotopia. Una persona ricordava che quando era ancora un ragazzino, presso il ponte Kennedy, tra Malgrate e Lecco, aveva visto, insieme ad altre persone, un pesce che non aveva una forma insolita, ma aveva dimensioni decisamente fuori dal comune: una decina di metri. Se ne sarebbe stato lì fermo, muovendo solo la coda. Questo potrebbe anche far pensare che si trattasse di un oggetto e che la coda che si muoveva fosse qualcosa che si era incagliato e che veniva mosso dallo scorrimento dell'acqua. Un particolare curioso era che si diceva che uno degli amici voleva tentare di pescarlo con la canna. Come commentava scherzosamente un utente del forum, se una persona avesse potuto sollevare con la canna un pesce lungo dieci metri, il vero "mostro" (di forza) era lui. Si tratta di ricordi di molti anni prima e di quando era un ragazzino, quindi anche in perfetta buona fede potrebbe esserci qualche errore di interpretazione di quanto visto.

2002

Dovrebbero essere del 2002 le foto del "mostro" nelle acque di Dervio di Luigi da Colico. L'anno non è scritto, ma si parla di un 30 marzo che cade di sabato e questo ci porta a tale anno. Il testo che accompagna le quattro foto dice: "Non si tratta apparentemente di un trucco fotografico in quanto la risonanza doppler non ha identificato trucchi professionali". Sembrano parole scientifiche, ma in realtà non vuol dire niente. E' un evidente falso.

2003

Nel 2003 c'è un avvistamento di un "mostro" nel lago a Lecco. Viene visto guardando giù dal monte Barro. Si tratterebbe di una sorta di anguilla gigante. E' possibile che fosse un gruppo di pesci che nuotavano compatti oppure di detriti vegetali che si uniscono a formare una sagoma che le onde fanno sollevare e scendere dando l'impressione che si tratti di un essere animato. L'autore dell'avvistamento ha però respinto questa interpretazione, dicendo che aveva visto che era un corpo unico e aveva anche notato dei pesci di dimensioni normali che scappavano da questo mostro. Questa affermazione, però, lascia un po' perplessi: da quella distanza non sembra possibile a occhio nudo vedere un pesce di piccole dimensioni.

FONTI:

1946: Achille Combi, La paurosa avventura di due cacciatori brianzoli, in “Il Corriere Comasco”, n.47, 18 novembre 1946, p.1; Il mostro crestato del Pian di Spagna è forse un discendente del "burbero" favoloso delle Grosgalle?, con contributo di Augusto Giacosa, in “La Provincia”, 19 novembre 1946, p.2; Mostruoso sauro avvistato nelle acque del lago di Como, in “Corriere della Sera”, 19 novembre 1946, p.1; In quel ramo del lago di Como un pesce mostruoso irto di squame rosse, in “Il Pomeriggio”, 19 novembre 1946, p.2; Riapparso il mostro nelle acque di Varenna, in “La Provincia”, 21 novembre 1946, p.2 (rist. in “La Provincia”, 29 giugno 1989, p.10); Nuova apparizione del «mostro» del Lario, in “Corriere della Sera”, 21 novembre 1946, p.1; E' ricomparso il mostro del lago di Como, in “Il Pomeriggio”, 21 novembre 1946, p.2; Lariosauro o storione?, in “La Provincia”, 22 novembre 1946, p.2; Il mostro del lago di Como sarebbe un semplice storione, in “Il Pomeriggio”, 22 novembre 1946, p.3; Ecco il mostro, in “La Provincia”, 23 novembre 1946, p.2; L'apparizione del lago di Como. Visto da Milano il mostro potrebbe anche essere una carpa, in “Corriere della Sera”, 23 novembre 1946, p.2; Achille Combi, E' morto il drago viva il drago, in “Il Corriere Comasco”, n.48, 25 novembre 1946, p.1; Carlo Linati, Mostro o storione?, in “Tempo”, 30 novembre 1946, pp.28-29; Il «mostro» del Lario e i fotografi, in “La Domenica del Corriere”, 1 dicembre 1946, p.3; C. M. Pensa, Il fantasma sulle rocce di Moltrasio, in “Il Corriere Comasco”, n.51, 16 dicembre 1946, p.1.

1954: Visto nel lago uno strano mostro?, in “La Provincia”, 1 settembre 1954, p.2; Uno strano animale nelle acque del lago?, in “L’Ordine”, 1 settembre 1954, p.II; Due «mostri» visti presso Cuneo e nel Lario, in “Corriere della Sera”, 1 settembre 1954, p.4; Visto un «mostro» anche sul lago di Como, in “La Gazzetta del Popolo”, 1 settembre 1954, p.3; conversazione telefonica con Palmiro Bianchi, 28 marzo 1998; Claudio Prigioni, comunicazione al relatore, 1 luglio 2005.

1957 (agosto): F. M., Un mostro lacustre spaventa i bagnanti di Musso e di Dongo, in “L’Ordine”, 7 agosto 1957, p.II.

1957 (settembre): G. GUIGARD, Visto dalla batisfera uno strano “pesce”, in “L’Ordine”, 22 settembre 1957, p.IV.

1962: Due immersioni della batisfera ad Argegno, in “L’Ordine”, 17 giugno 1962, p.3. La poesia satirica citata è in “L’Ordine”, 9 aprile 1961, p.4.

Anni '80: Emanuele Noseda, intervento nel forum "Bibliotopia", 13 giugno 2012 (qui).

2002: le foto erano all'indirizzo http://www.geocities.com/dervio2001/mostro.html (non più attivo).

2003: Giorgio Castiglioni, Un’anguilla gigantesca a Lecco?, in “Mah”, n.3, marzo 2006, p.4.



Giorgio Castiglioni, bibliotecario a Parè e Moltrasio, è redattore di "Mah".
Comunicazioni: mah.giorgio AT gmail.com