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LEGGENDE IN BIBLIOTECA

COLORI DA CAMALEONTE

La visita dei ragazzi del Centro estivo di Moltrasio è l’occasione per sfatare una diffusa credenza

(da "Il topo di biblioteca", n.74, luglio 2008, P.2)

Anche quest’anno il Centro estivo di Moltrasio ha incluso tra le attività per i ragazzi una visita in biblioteca. Lo scorso anno il tema del giorno dell’incontro in biblioteca era l’olfatto e così ai ragazzi era stata presentata la leggenda del profumo della pantera e un brano di un libro di Dino Ticli (Ritorno a Piro Piro) in cui il protagonista ha a che fare con un fiore enorme ed estremamente puzzolente, nel quale chi conosce un po’ le specie vegetali può riconoscere l’aro titano (Amorphophallus titanum). Quest’anno al centro dell’attenzione era un altro dei nostri sensi, la vista. Grazie alla vista percepiamo i colori, ma una determinata colorazione può anche servire a certi animali per sottrarsi alla vista dei predatori. E ci sono anche animali che possono cambiare colore. I più famosi tra questi sono i camaleonti. Secondo quello che si sente spesso raccontare, questi rettili sarebbero in grado di cambiare il colore della loro pelle per renderlo uguale a quello di ciò su cui sono posati.
Il camaleonte è diventato così il protagonista dell’incontro in biblioteca (la mattina del 17 giugno). I ragazzi hanno ascoltato la storia di Chisato Tashiro Camaleò (edizioni Nord Sud, 2003) e quella di Alberto Moravia Cama Leonte diventò verde lilla blu…(Lisciani & Giunti editori, 1980). Nel primo racconto un ippopotamo dice al camaleonte Camaleò che è fortunato a poter prendere il colore di ciò a cui si avvicina, mentre lui resta sempre grigio. Camaleò ha un’idea: dipinge l’ippopotamo di rosa. Poi si offre di dipingere tutti gli animali che accorrono e sono entusiasti dei colori e dei motivi disegnati sul loro corpo. Ben presto, però, si accorgono che il cambiamento di colori crea una grande confusione e se la prendono con Camaleò. Inseguito dai suoi clienti ora insoddisfatti, il camaleonte arriva sull’orlo di un precipizio e si salva rendendosi invisibile ai loro occhi diventando grigio come la roccia. Una provvidenziale pioggia, comunque, lava gli animali riportandoli ai loro colori originali. Nella storia di Moravia, invece, la proprietà di mutare il colore a seconda di ciò su cui si posa viene data per punizione ad una camaleontina da uno stregone che la ritiene di carattere troppo volubile. E’ stato ricordato anche il camaleonte Pustola, amico di Geronimo Stilton. Pustola era stato una spia dei troll e in questa attività era aiutato dalla straordinaria capacità di diventare del colore di ciò su cui si posa. Secondo la spiegazione che Geronimo dà ai suoi giovani lettori il camaleonte può “nascondersi nell’ambiente cambiando colore a seconda di ciò che si trova attorno” (Nel regno della fantasia, Casale Monferrato : Piemme, 2003, p.276 – lo ribadisce nel seguito, Alla ricerca della felicità, Casale Monferrato : Piemme, 2005, p.37: “I camaleonti sanno mimetizzarsi, cioè confondersi con l’ambiente che li circonda, diventando di ogni colore!”).
Nonostante quel che dice Geronimo, però, la capacità dei camaleonti di assumere il colore di ciò su cui è posato è una convinzione diffusissima, ma errata. Che i camaleonti possano cambiare colore è vero, ma per altre cause (per esempio se la bestiola è attaccata), non per adeguarsi al colore dello sfondo.

Nell’immagine qui a fianco, la copertina del libro di Gabriele Clima In visita a Leo Camaleo (Varese : La Coccinella, 2007).
In questo libretto per bimbi, il topo Alberico, protagonista della collana, va al parco faunistico e incontra il camaleonte Leo. Leo dice ad Alberico che in quel momento è verde perché è tra le foglie, ma spostandosi cambierà colore. “E’ impossibile” dice Alberico. Leo, però, gli mostra di poter cambiare colore per mimetizzarsi con una roccia, il tronco di un albero, la terra, persino l’acqua.
In realtà, aveva ragione Alberico: questi mutamenti sono impossibili.