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L'INSETTO INVASORE
da "Il topo di biblioteca", n.30, novembre 2004, p.2
Come tante “parole vuote”, è giunto di recente dall’America
ed è diventato onnipresente.
Come project management e startup (ma fortunatamente senza
produrre gli stessi danni), l’animaletto ha voluto introdursi anche nelle
biblioteche. Nella biblioteca di Paré è stato sino a non molto
tempo fa un ospite quotidiano.
Tra i lettori di questa biblioteca c’è la dottoressa Lucia Papponi,
naturalista ricercatrice della Fondazione Minoprio, che ci ha gentilmente fornito
qualche indicazione su questo insetto il cui nome scientifico (1) è Leptoglossus
occidentalis.
Leptoglossus occidentalis Heidemann
di Lucia Papponi
Il
genere Leptoglossus Guérin-Méneville 1836 (Heteroptera,
Coreidae), estraneo alla fauna europea, si colloca nella subfamiglia Coreinae
e nella tribù Anisoscelidini.
Le caratteristiche morfologiche di L. occidentalis lo differenziano
dai Coreidi europei; la colorazione generale dell’insetto, varia dal bruno
scuro al bruno-rossastro, con porzioni più chiare e disegni bianchi e
neri ben contrastanti. Utile al riconoscimento, è anche la banda chiara
trasversale posta sulle elitre.
Le antenne sono lunghe, con il primo ed il quarto antennomero di colore più
scuro; il rostro è lungo e oltrepassa la metà del terzo urosterno.
Le zampe sono lunghe, in particolar modo quelle posteriori e tutti i femori
sono dotati, sul lato interno, di denti particolarmente evidenti. Caratteristiche
sono anche le metatibie, dotate di due vistose espansioni fogliacee.
La lunghezza media è di 16-20 mm e la femmina, oltre ad avere colori
meno pronunciati rispetto al maschio, è di dimensioni maggiori.
Per quanto riguarda il ciclo biologico, la specie risulta compiere una sola
generazione l’anno in USA, ma in Messico viene segnalata con tre generazioni
l’anno.
E’ arrivato dalle nostre parti nel 2000. Ne fu avvistata, ad esempio,
un’importante presenza proprio in quell’anno nell’area del
Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate. Infestano i pini succhiandone i semi
e… infestano le case perché svernano nelle abitazioni.
(1) Il nome scientifico di un animale (o anche di una pianta) è composto da due parole latine (o latinizzate). La prima indica il genere al quale appartiene l’animale. Un genere comprende una o più specie che vengono indicate dalla seconda parola. Talvolta si aggiunge un terzo termine per indicare una sottospecie. Tutte queste parole si scrivono in corsivo, il genere con l’iniziale maiuscola e la specie e l’eventuale sottospecie con l’iniziale minuscola. Al nome della specie (ma anche del genere) si può aggiungere il nome di chi per primo l’ha descritta scientificamente (Heidemann nel caso del nostro insetto) e la data di questa prima descrizione.
Testo di Lucia Papponi, con introduzione e nota a cura della redazione del
"Topo di biblioteca".
Fotografia di Giorgio Castiglioni.
Pubblicato su "Il topo di biblioteca", n.30, novembre 2004, p.2.
Nel sito di Bibliotopia da novembre 2007.