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IL MISTERO DEL LARIOSAURO

puntata del 30 ottobre 2007 di "30 denari", programma dell'emittente comasca Espansione TV

Conduce:
Emanuele Caso

In studio:
Giovanni Galli, scrittore
Marco Palumbo, giornalista
Giorgio Castiglioni, ricercatore
Maurizio Mosca, criptozoologo

 

Caso: Ecco, io vorrei partire da Mosca. "Criptozoologo": che significa?

Mosca: La criptozoologia è una scienza che studia, indaga e ricerca praticamente la possibilità che esistano delle specie ignote all'uomo, ignote alla zoologia canonica. Punta d'iceberg, così per chiarire subito, possono essere il mostro di Loch Ness o lo yeti, che sono le vedette più rinomate della criptozoologia. Noi indaghiamo negli ambienti marini, terrestri, lacustri proprio per dimostrare che alcune specie sfuggono alla nostra conoscenza e qualche dimostrazione c'è stata, specialmente nei mari che sono ambienti molto vasti.

Caso: Però lei ha fatto un meraviglioso libro che si chiama Mostri dei laghi e non per niente è qui, perché proprio su questo stasera andiamo a discutere. Vorrei partire da un punto: quando nasce questa leggenda del lariosauro? Io chiamerei in causa Castiglioni. Senza svelare subito che cosa si cela dietro, quando nasce questa vicenda del presunto mostro del lago di Como?

Castiglioni: Io comincerei a fare una precisazione e cioè che lariosauro è il nome che stiamo usando questa sera per indicare questo presunto mostro del lago, ma è anche il nome che viene usato, e anche da più tempo e con riferimenti scientifici più precisi, per indicare un rettile marino che è esistito nel Triassico (ovviamente è estinto), quindi siamo 230 milioni di anni fa. I primi resti di questo genere sono stati scoperti a Perledo e per questo il genere è stato chiamato Lariosaurus. Poi sono state scoperte altre specie all'interno di questo genere. Con la descrizione e l'attribuzione del nome siamo nel XIX secolo. Un secolo dopo circa, per la precisione nel 1946, nasce il lariosauro come mostro del lago. La notizia viene pubblicata dal "Corriere Comasco", un settimanale, che lancia questo articolo in cui si dice che un grosso mostro sarebbe apparso nelle acque del lago al Pian di Spagna. E' una notizia che ha un certo successo. Comincia ad essere ripresa anche da altri giornali. "La Provincia" si inventa un altro avvistamento successo anche questo nel lago di Como, ovviamente. Poi...

Caso: Ah, ecco, vediamo proprio "La paurosa avventura di due cacciatori brianzoli"... [viene mostrata la pagina del "Corriere Comasco" con l'articolo con questo titolo]

Castiglioni: Questo è il primo articolo e già qui viene chiamato "lariosauro" usando lo stesso nome che è usato per questo rettile del Triassico anche se, chiaramente, il rettile del Triassico e questo presunto mostro del lago non hanno nulla in comune l'uno con l'altro. La notizia poi viene ripresa anche dalla stampa nazionale, finisce anche all'estero portata dalle agenzie di stampa e addirittura finisce in una storia di Paperino.

Caso: In una storia di Paperino? Addirittura!

Castiglioni: Esattamente. Viene citato, sia pure di sfuggita, il mostro che sarebbe apparso a Colico. Poi viene citata in tempi più recenti nel romanzo di Giovanni Galli, che abbiamo qui con noi. Viene citata anche in un altro romanzo, sia pure in un modo un po' particolare su cui non dico di più per non rovinare la sorpresa a chi vuol leggere il libro, un romanzo di Luca Masali, L'inglesina in soffitta. C'è anche un racconto di Claudio Garioni, che si chiama Hidetoshi e il mistero del lariosauro.

Caso: Insomma, una fitta letteratura...

Castiglioni: C'è tanta letteratura su questo caso che forse è anche uno dei meno convincenti di quelli di cui potremmo parlare questa sera e in effetti leggendo la notizia si ha la chiara impressione che si tratti di un'invenzione del giornale. Altri casi sembrano più interessanti.

Caso: Eppure io vi dico che tra poco vi faremo vedere delle foto scattate recentemente del mostro di lago. Chi ha fede ci segua. Galli, lei è stato, come molti per la verità, colpito dal fascino della storia. Ne ha tratto un libro. Come mai, però, è stato così colpito, appunto, da tradurre in un romanzo questa vicenda?

Galli: All'origine c'è l'editore che mi ha suggerito di scrivere una storia a proposito di questo lariosauro. Io non è che ne sapessi molto, per cui sono andato un po' a documentarmi in biblioteca. Ho trovato questo articolo del 1946 apparso sul "Corriere Comasco" e ho cominciato a pensare a come si potesse sviluppare questa storia, questa vicenda, ovviamente in senso romanzesco e, pensa che ti ripensa, mi è venuta l'idea di associare in qualche modo il mostro del lago, questo drago, con un altro mostro che sul lago di Como aveva concluso la sua vita terrena, vale a dire Mussolini, il quale era stato arrestato vicino a Dongo e poi ucciso, fucilato, a Giulino di Mezzegra, e dunque ho pensato che questa associazione tra il mostro segnalato dal "Corriere Comasco" e la fine di Mussolini potesse essere qualcosa di interessante, tanto più che la vicenda del lariosauro si svolgeva proprio nel 1946, quindi appena terminata la guerra. Così ho imbastito, ho inventato questa storia nella quale si racconta appunto di questo ex partigiano, ancora un po' scombussolato perché non è ancora riuscito a rientrare nella normalità del dopoguerra, che si incontra con questo mostro e si convince che il mostro non sia altro che la reincarnazione del duce.

Caso: Io dopo le chiederei di raccontarci alcuni momenti topici del romanzo, che è davvero godibile. Palumbo, lei abita sul lago: mai visto con i suoi occhi qualcosa...

Palumbo: Dopo qualche festa, in qualche nottata, probabilmente, affacciandomi alla finestra del bar del mio paese che dà direttamente sul lago... A parte questo, parlavo prima della trasmissione con gli ospiti: sì, settimana scorsa mi è capitato un episodio curioso.

Caso: Ah, attenzione!

Palumbo: Ad Argegno ho visto coi miei occhi un luccio di ben dodici chili. Durante le concitate fasi della cattura i pescatori che poi l'hanno conquistato e portato a bordo della barca sono andati vicini a raccontare o alimentare la leggenda di questo mostro: qualora fosse scappato secondo me ci sarebbero stati tutti i presupposti per dire che un mostro del lago si è dato alla fuga dopo una tenace [lotta].

Caso: Adesso chiamo in causa Mosca e poi Castiglioni perché voglio far vedere cosa abbiamo scovato su un sito. Possiamo mandare la homepage. Allora, qui è da lontano e non si vede, però volevo farvi vedere il sito, Dervio.com. Possiamo ingrandire le foto. Allora, io qui devo spiegare. Luigi da Colico, non c'è il cognome, avrebbe avvistato tre anni fa o quattro anni fa, anzi... Vediamo la sequenza: questa è un'altra immagine del mostro. Del mostro... adesso vediamo! In uno spicchio del lago... a Colico o a Dervio, in realtà questo non è nemmeno chiaro e forse qua comincia a cadere il fascino. Questa è un'altra immagine del potenziale mostro o chi per esso, qualcosa di molto sfocato e lontano. Vediamo l'ultima e poi chiedo un parere a bruciapelo. Vediamo la testa. Allora, Mosca, mi rendo conto di chiederle... ma qualcosa di simile?

Mosca: Questo è un classico perché per molti laghi della Terra io ho analizzato fotografie e anche filmati che ricalcano un po' questa forma plesiosauriforme, con il collo lungo. Chiaramente è un falso, non lo metto minimamente in dubbio per due motivi...

Caso: Stroncato!

Mosca: Come criptozoologo io vado alla ricerca di animali misteriosi e quindi questa la stronco subito per due motivazioni. E' molto semplice. Noi dobbiamo ragionare in questi termini. Il lago di Como è abbastanza visibile, no? Voi lo conoscete da sponda a sponda. Passano macchine, passano persone, passa di tutto, no? Quindi, se fosse un rettile o un mammifero, non è che compare una volta ogni tanto. Avrebbe bisogno di emergere quotidianamente se non addirittura ogni ora per respirare o per accumulare calore ecc. ecc. Quindi sicuramente chi l'ha fatta può avere fotografato un tronco d'albero o qualche immagine strana.

Caso: Prima di vedere nel romanzo di Galli il primo incontro con il mostro del protagonista Panàn, Castiglioni, lei aveva analizzato bene questa fotografia che abbiamo mostrato. Anche da lei una stroncatura?

Castiglioni: Ma sì, concordo con il giudizio di Maurizio. E' chiaramente un falso. Carino, bello da vedere, ma mi sembra chiaramente un falso. E' diventato anche abbastanza famoso. Tra l'altro è stato pubblicato anche su una rivista in tedesco, "Skeptiker", che, come dice il titolo, è una rivista scettica, è stato ripreso anche dal blog di Massimo Polidoro, noto esponente del Cicap, in un articolo che abbiamo fatto insieme, l'avevo citato in una conferenza... Sono sicuramente simpatiche come foto, ma sull'attendibilità direi che concordo pienamente con Maurizio.

Caso: Insomma, non c'è speranza?

Castiglioni: Direi proprio di no.

Caso: Certo che vista così fa un po' impressione, però mi rendo conto...

Mosca: E' una posizione anomala: nessun animale tiene il collo in quella posizione.

Castiglioni: Sicuramente la foto è fatta con un certo gusto artistico, ma si riconosce abbastanza evidentemente che è un falso.

Caso: Galli, il suo partigiano Panàn un bel giorno prende il lago.

Galli: Un bel giorno prende il lago. Lui è di Bellano, lavora al Cotonificio Cantoni, ma i soldi non bastano mai. L'inflazione nel '46 galoppa e i salari faticano a starle dietro, per cui lui va a pescare per arrotondare lo stipendio. Un giorno, mentre è uscito a pescare, sta catturando un pesce abbastanza grosso, sicuramente di sua soddisfazione, quando vede arrivare dalla parte di Acquaseria, proprio di fronte a Bellano, un'onda un po' strana, un'onda anomala, insolita, probabilmente prodotta da qualcosa che si trova sotto il pelo dell'acqua. Questa cosa urta violentemente la barca facendo perdere l'equilibrio a Panàn che quindi, oltre all'equilibrio, perde anche il pesce che sta cercando di catturare e oltre tutto questa cosa che l'ha urtato gli rompe anche il remo, glielo mangia proprio coi denti, glielo spezza e quindi Panàn torna lentamente a riva con un remo solo, ovviamente con tutte le difficoltà del caso, e fatica prima di tutto a credere a quello che gli è successo e poi a spiegarlo a coloro che lo incontrano e che lo vedono decisamente scosso. A questo punto inizia a riflettere su quello che ha incontrato nel lago, su questa creatura strana che gli ha quasi rovesciato la barca, gli ha spezzato il remo con i denti, e, come dicevo, si convince che questo mostro che veniva dalle parti di Acquaseria, quindi dall'altra parte del lago, altro non è se non la reincarnazione di Benito Mussolini, del duce, che era morto per l'appunto su quella sponda del lago.

Caso: Tra i vari articoli che comparvero alla metà degli anni '40, quando cominciarono i primi articoli che ne parlavano, questo lariosauro venne anche paragonato al mostro di Loch Ness. Mosca, a Loch Ness lei è stato.

Mosca: Sì, più di una volta.

Caso: Cosa ci dice? Perché questa è forse la leggenda più famosa.

Mosca: Il Loch Ness, come lago, può richiamare il lago di Como...

Caso: Ah, attenzione!

Mosca: ... diciamo come fisionomia, anche se è un termine un po' sbagliato. E' un lago scavato in un fiordo, ha due strade che lo percorrono continuamente ed è quindi visibilissimo e questa leggenda è nata in tempi molto antichi. Si risale addirittura al 565 quando ci fu San Columba che salvò un viandante dalle fauci di questo mostro. Ci sono varie leggende che parlano di queste creature e le chiamano kelpie, cavalli d'acqua, each uisge... hanno tutti questi nomi qui. Diciamo che la nascita del mostro di Loch Ness, della leggenda o meno del mostro di Loch Ness, è inquadrata nel 1933 quando un impiegato della British Aluminium fotografa un qualcosa di strano, un qualcosa di lungo, serpentiforme, che si muove, accomunato subito dopo alla più famosa foto del mostro di Loch Ness, quella celebre che poi è stata smentita. Io ho analizzato tutto il materiale di Loch Ness, quindi tutto mi è passato sotto gli occhi. Ci sono delle foto che sono abbastanza enigmatiche: lunghe ombre nere che passano fendendo l'acqua. Ovviamente gli abitanti del luogo ci credono. Io ho un esempio classico perché ai tempi, quando andai a visitarlo, vidi una fattoria che sorgeva sopra il lago in cui c'erano dei magnifici Aberdeen Angus (sono dei bovini). Io, essendo un veterinario, sono andato subito a vederli e così, parlando con il proprietario, che mi offrì anche un ottimo whisky (e lasciamo perdere come è andata a finire...), dato che da lì si vedeva tutta la panoramica del lago, gli dissi: "Senti, James" si chiamava così "ma tu che hai sessanta anni qui hai visto qualcosa o no?" E lui mi disse le testuali parole: "Io tutte le sere vengo qui, mi fumo la mia sigaretta (o la pipa, quel che è), mi bevo un whisky, contemplo il lago che mi rilassa e non ho mai visto niente". 365 giorni all'anno per quaranta, cinquanta anni. In realtà poi ogni tanto risalta fuori questo mostro di Loch Ness per rinverdire un attimino anche il turismo.

Caso: Domanda secca: ma lei ci crede?

Mosca: E' una teoria un po' lunga. Gliela sintetizzo subito. Io credo che il mostro di Loch Ness sia esistito. Mostro tra virgolette: è un animale che è penetrato dentro, molto probabilmente un mammifero acquatico di grosse dimensioni. C'è chi parla dell'elefante di mare. Io parlo della ritina di Steller, che era un grosso animale estinto dall'uomo nel '700, ma qualche esemplare girava da quelle parti lì, era sopravvissuto e deve essere penetrato lì dentro. E ha dato adito a questa leggenda, a queste voci che poi sono aumentate.

Caso: Castiglioni, ma esiste qualcosa che potrebbe essere sotto la superficie anche del nostro lago?

Castiglioni: Qualcosa sicuramente sì: i pesci...

Caso: Qualcosa di strano, di misterioso?

Castiglioni: Di strano... Uno dei casi a mio parere più interessanti è quello capitato nel 1954 quando è stato visto uno strano animale ad Argegno. I giornali hanno pubblicato la notizia in realtà in maniera molto scarna, con poche informazioni. Però ho avuto la fortuna di poter parlare con la persona che aveva visto questo strano animale e me lo sono fatto descrivere un po' più dettagliatamente. E' saltata fuori una descrizione che parlava di un animale lungo sugli 80-90 centimetri. Questa persona insisteva nel dire che non era un pesce spiegandomi che aveva il corpo più largo, la parte posteriore ampia (diceva: come quella di un maiale), il muso non stretto, come ci si sarebbe aspettati per un pesce, ma arrotondato, e delle zampe da anatra. Tutta questa descrizione fa pensare a un mammifero con le zampe palmate.

Caso: Un po' mostruoso, in effetti...

Castiglioni: Ma le dimensioni sono poi 80-90 centimetri... Verrebbe da pensare a una lontra. Le lontre nel 1954 erano ancora presenti sul lago di Como e quindi poteva essere uno di questi animali. Non ho trovato notizie sulle lontre ad Argegno, però la lontra è un'ottima nuotatrice per cui non c'è nessuna difficoltà a pensare che da qualunque parte fosse sul lago di Como (e che ci fosse è appurato) potesse poi giungere ad Argegno. Anzi, forse il fatto che non fosse una presenza fissa in quel posto può spiegare perché non è stata riconosciuta come tale. Direi che in questo caso l'ipotesi lontra è quella più probabile.

Caso: Certo. Palumbo, prima di arrivare al clou del suo racconto, sul lago io immagino queste scene un po' da film di vecchi pescatori... Comunque le memorie storiche dei paesi affacciati sul lago parlano di questi misteri? C'è questo alone di mistero su questo lago placido che chissà cosa nasconde nel ventre?

Palumbo: Diciamo che il lago di Como e soprattutto i paesi come quello in cui abito io, sulla sponda occidentale, sono per loro natura terra di esagerazioni, nel senso che comunque abbiamo una dialettica abbastanza evidente che ci porta un po' a esagerare determinate situazioni. Sicuramente il nostro lago è custode di numerose leggende. I paesini di montagna hanno quelle di montagna e noi abbiamo quelle legate ai pescatori, a pesche miracolose, poi se realmente o non realmente avvenute, questo non si sa bene. Oppure in questi mesi invernali in cui spesso il lago è coperto da una sottile coltre di nebbia ci sono avvistamenti di vario ordine e grado, poi tramandati di generazione in generazione e mi permetto di dire ingigantiti di generazione in generazione. Quindi secondo me un fondo di verità in alcune di queste storie c'è.

Caso: Lei ci dovrà raccontare la storia della chiesa sommersa, facendo una piccola deviazione. Volevo chiedere a Galli: cosa l'ha affascinata di più di questa leggenda? Perché, comunque, si è fatto trascinare sulle pagine di un libro da questo animale? Tra l'altro lei poi lo descrive e dalle immagini del suo libro sembra veramente qualcosa di mostruoso.

Galli: Deve essere mostruoso!

Caso: Come se lo immagina?

Galli: Quando ho cominciato a scrivere il libro me lo sono immaginato un po' come il mostro di Loch Ness perché era la cosa più semplice, la cosa più immediata che viene alla mente a chiunque pensi a dei mostri di lago. E l'altra cosa che mi ha spinto a scrivere il libro è stata l'idea di questa associazione tra il mostro e Mussolini che mi ha permesso di inventare una storia abbastanza organica perché il mostro da solo probabilmente un romanzo non l'avrebbe giustificato. Invece così c'è questo contrasto politico, questo rovello di questo Panàn, di questo ex partigiano che nel '46 aveva dei sogni, pensava chissà che cosa, e poi vede la realtà del dopoguerra che andava lentamente verso una normalità che evidentemente non è quella che lui aveva sognato quando era su in montagna.

Caso: Palumbo, non solo mostri sotto il lago...

Palumbo: Ma anche chiese... Campane, miti, leggende, storie di nonni e nonne...

Caso: Raccontaci quella della campana.

Palumbo: La nostra allegra Compagnia della Campana nasce dall'unione di forze di più persone e quini dalla fantasia degli anziani del luogo che erano soliti raccontarci, quando eravamo in tenera età, probabilmente per farci prendere sonno la notte, questa leggenda. Lenno ha un golfo, il golfo di Venere, dove si dice che nelle notti di tempesta e di vento suoni una campana di un campanile sommerso. Chiaramente è una leggenda e lo voglio precisare perché quando noi abbiamo costituito la Compagnia della Campana grazie all'aiuto di alcuni amici, ed è doveroso citarli: Pietro Berra, un collega giornalista, Angelo Sigolo, che è un sub professionista, e soprattutto Davide Van De Sfroos, che ci ha dato sicuramente un supporto a livello di visibilità molto importante, in molti poi si sono concentrati sull'argomento e hanno affollato le nostre rive in cerca della verità. E' chiaro che noi non abbiamo inventato nulla o, per lo meno, abbiamo solo cercato di dare un fondamento di verità a un racconto popolare che comunque nel mio paese, come in altri, viene tramandato di generazione in generazione. Abbiamo fatto di più: abbiamo fatto due campagne di ricerca.

Caso: Qui ti fermo. Tu hai parlato di leggenda. Eppure il lago qualcosa ha restituito.

Palumbo: Sì, sì, senz'altro. Infatti volevo arrivare lì. Tra la prima e la seconda campagna di ricerca sono stati scomodati gli astri per capire se lì potesse essere successo qualcosa nei tempi antichi. Si è parlato addirittura di uno tsunami che si sia abbattuto sulla riva ed abbia fatto precipitare o declinare nel lago una parte del Dosso d'Avedo e da lì è nata poi la seconda campagna che ha portato a un ritrovamento, e il momento dell'avvistamento è stato molto emozionante, a sette metri di profondità e a trenta metri dalla riva. E poi c'è questa scalinata che alimenta la leggenda dandole un fondamento di verità. Un gioco di parole, però questa scalinata a nove metri di profondità che termina nel nulla, con un edificio a pianta circolare intorno, insomma, dà proprio l'idea di un'antica chiesa.

Caso: Mosca, in altri laghi lombardi qualcosa di strano però è stato trovato...

Mosca: Trovato in che senso? di tangibile? Ci sono numerosi rapporti che parlano per i laghi lombardi, ma non solo, anche in altri, di presenze di strani animali. Quello più efficace è quello di un lago della Lombardia che è scomparso e che si chiamava lago Gerundo. Potreste fare un bel romanzo sul lago Gerundo. Era un lago misconosciuto che veniva formato dalle tracimazioni dei fiumi Oglio, Adda e Serio. Formavano questo stagno che poi molti chiamavano lago, dai confini indefinibili, che copriva una zona che toccava Bergamo, lambiva Milano e arrivava fino a Cremona dal VI secolo d. C. fino al 1100 quando i monaci benedettini fecero opere di bonifica. Qui ci sono molte leggende e molti reperti. Sono state trovate delle ossa strane, molto grosse, degli archi costali anche di due metri. Si parla di mostri, di draghi che vivevano in questo lago e che erano anche parecchio pericolosi per i loro assalti. Addirittura a Calvenzano, in provincia di Bergamo, costruirono un muro alto tre metri e lungo quindici chilometri per arginare gli assalti di uno di questi mostri che veniva chiamato Tarànto o Tarantasio. C'è una leggenda che dice che un tale Uberto Visconti, fondatore della famosa dinastia, uccise uno di questi mostri presso l'antica Porta Orientale di Milano, Porta Venezia, e da ciò nacque lo stemma di Milano che raffigura un serpentone che si sta mangiando un giovinetto. Leggende o meno, non si sa. Comunque qui ci sono dei reperti di ossa che sono state trovate.

Caso: Castiglioni, però non solo nel lago di Como... Per esempio a Pusiano qualcosa è stato avvistato di un po' strano, quanto meno di molto grosso.

Castiglioni: Sì, questa è una notizia che ho avuto proprio in tempi recenti, un'investigazione ancora in corso. Me l'ha passata Gianluigi Moino che è un grandissimo ricercatore, preparatissimo nella sua materia e con una grandissima passione per gli animali un po' fuori dal comune. Ha riferito che nel lago di Pusiano sarebbe stato visto un luccio lungo addirittura due metri. Da quanto ha spiegato per ora, ma deve ancora contattare la persona che l'ha visto immergendosi nelle acque, sembrerebbe che sia una misura fatta a occhio. Quindi, chiaramente, potrebbe essere approssimativa e in effetti due metri sembrano veramente un po' troppi, anche se i lucci possono diventare davvro molto grossi. Un metro e mezzo sarebbe una dimensione credibile per la zoologia, ammessa nei manuali. Fino a un metro e mezzo, e forse anche qualcosa di più, ma due metri mi sembrano un po' eccessivi. Aspettiamo di sapere cosa ci racconterà Gianluigi. Intanto è una notizia interessante. Sicuramente anche se fosse "solo" un metro e mezzo sarebbe una bestia di dimensioni notevoli. Forse non come l'anguilla vista a Lecco nel 2003...

Caso: Dopo gliela chiedo. Galli, torniamo al suo romanzo. Mischiamo letteratura, realtà e fantasia. A un certo momento, Panàn, con il fratello, esce un'altra volta nel lago. Cosa accade?

Galli: Panàn non aveva avuto alcun credito a Bellano quando racconatava la storia di questo suo mostro e soprattutto quando raccontava che secondo lui c'era questa associazione, questo fatto che il mostro fosse una reincarnazone del duce. Poi un bel giorno esce a pescare insieme al fratello e, non sapendo bene dove andare, si dirigono con la barca nella zona delle Grosgalle, che è quella costiera che si trova tra Bellagio e Lezzeno, costiera nella quale già Paolo Giovio aveva segnalato l'esistenza di alcuni pesci di dimensioni e di comportamento del tutto insoliti che lui aveva definito i burberi delle Grosgalle. Intanto che sono lì a cercare di pescare qualcosa da portare a casa per la cena hanno il secondo incontro con il mostro e quest volta Panàn non è più solo e quindi la cosa comincia ad avere una consistenza.

Caso: Ma come si manifesta questo mostro?

Galli: Il mostro si manifesta emergendo dalle acque più o meno come viene dipinto nella copertina del libro, con questo aspetto truculento, con questa bocca piena di denti, probabilmente un po' troppi rispetto a quanti avrebbe potuto averne. Quindi Panàn e suo fratello si prendono proprio un bello spavento. Panàn era abbastanza abituato, ormai, all'idea che ci fosse questo mostro, ma il fratello, che non aveva dato molto credito alle affermzioni di Panàn, questa volta si rende conto che c'è davvero qualche cosa nel lago.

Caso: Quindi l'abbiamo trovato: c'è davvero. Castiglioni, parlava di qualcosa nel 2003...

Castiglioni: Questo è un avvistamento abbastanza recente. E' stato descritto in un forum su internet. Si parla di un qualcosa che sembrava una lunghissima anguilla descritta in diverse occasioni lunga come un pullman, come due pullman o 10 - 12 metri.

Caso: Scusi, questo dove?

Castiglioni: A Lecco, visto dall'alto. La persona che ha fatto l'avvistamento si chiedeva cos c'è nel lago di Como che può essere lungo 10 - 12 metri. La risposta che possiamo dare è che non c'è niente di così grosso.

Caso: Se non un mostro!

Castiglioni: Se non un mostro... Dobbiamo dire, però, che c'è una spiegazione più probabile. Non abbiamo nemmeno bisogno di dire che la testimonianza sia falsa. Potrebbe essere fatta in buona fede, ma essere una cattiva interpretazione. Invece che essere un unico animale lungo 10 - 12 metri poteva essere un gruppo di pesci che nuotavano compatti dando, da lontano, l'impressione di essere un unico animale molto grosso.

Caso: Castiglioni, lei mi smonta tutti i miti, però! Sto scherzando... Ci riimmergiamo, e non solo metaforicamente, in qualche lago del mondo. Mosca, ma qualcosa di davvero mostruoso è mai stato in qualche modo visto con qualche prova?

Mosca: Dipende da cosa intendete per mostruoso. Se mostruoso è qualcosa che va fuori dai canoni della zoologia come morfologia, sì. Per esempio, alle foci del Mekong che sbuca nel Mar Giallo sono stati pescati dei pesci realmente mostruosi di cui c'è una documentazione fotografica, con occhi enormi. Ma sono prodotti dell'inquinamento, quelli. Se per mostruosi invece volete intendere gli esuberi dagli standard in nostro possesso... Mi spiego. Come diceva Castiglioni, un luccio può essere un metro e mezzo. Se trovo un luccio di tre metri, vado fuori dagli standard. Questo sì, devo dire: storioni di sette - otto metri...

Caso: Ma anche nel lago di Como?

Mosca: Nel lago di Como... Io parlai con alcuni pescatori, tra cui il mitico Cerfoglio che mi disse che, sì, aveva pescato dei pesci fuori standard. Mi parlò specialmente di una trota di 25 chili.

Caso: Be', non sarà un mostro come un dinosauro, però, insomma...

Mosca: Per esempio, c'è un reparto dei mostri lacustri che è seguito dal criptozoologo Pasquale Saggese che si riferisce ai laghi del Canada. Lì ci sono delle documentazioni quasi inequivocabili. Abbiamo un reperto di cadborosauro, li chiamano così: significa sauro della baia di Cadboro. Ci sono foto.

Caso: Di cosa parliamo, per dare un'idea?

Mosca: Un esemplare che venne rigurgitato da un capodoglio, lungo tre metri. C'è la fotografia.

Caso: E' anche un'immagine abbastanza mostruosa, devo dire.

Mosca: Rigurgitato nel senso che il capodoglio se lo sono pescato e l'ha vomitato...

Caso: Ok, va bene, non ci addentriamo nel vomito di capodoglio che non è bellissimo. Volevo tornare a Castiglioni: non solo mostri di lago, però, c'è anche qualcos'altro...

Castiglioni: Esistono anche mostri delle nostre zone che non sono del lago. Anzi i rettili sono maggiormente radicati nelle tradizioni, nel folclore delle nostre parti. Per il lago di Como, abbiamo visto che ci sono avvistamenti e notizie abbastanza recenti, senza una vera e propria continuità. Ci sono invece alcuni rettili che sono conosciuti nelle nostre zone, con nomi dialettali che possono variare da un posto all'altro, e che hanno una tradizione più lunga, più consistente, come la bisa squilera, il gall bisalesc (o bisaresc o basaresc)...

Caso: Che sarebbero?

Castiglioni: Sono dei serpenti a cui vengono attribuite o delle forme o dei comportamenti un po' strani. C'è, per esempio, anche la tetavacch, che è il serpente a cui viene attribuito questo vezzo di andare a succhiare il latte alle mucche, chiaramente una cosa che non sta in piedi zoologicamente, ma che pure è molto creduta. Riguardo a questi animali che ho citato, se si parla con persone magari di una certa età, è possibile che raccontino che li hanno sentiti nominare o addirittura che abbiano loro stessi avuto qualche incontro con uno di questi animali (un presunto incontro, naturalmente) o che comunque conoscano qualcuno che dice di aver avuto in un modo o nell'altro a che fare con questo tipo di animali. Esiste anche un'altra categoria di questi rettili: sono una specie di lucertoloni di montagna descritti con due o quattro zampette, dei quali si è occupato anche un personaggio importante della cultura tra fine '700 e inizio '800 che era Carlo Amoretti. Forse un po' credulone, credeva nella rabdomanzia, eccetera, però sicuramente un personaggio di rilievo. Aveva descritto questi lucertoloni che venivano anche detti velenosissimi. Addirittura potevano avvelenare con lo sguardo e con l'alito. Quindi venivano attribuite delle caratteristiche chiaramente non credibili. La cosa curiosa è però che descrizioni del genere si ritrovano anche da altre parti lungo l'arco alpino. Nelle zone di lingua tedescasi hanno varie notizie, finivano anche nei dizionari, si parla di questi animali con vari nomi. Anche in Sardegna si parla dello scultone che Francesco Cetti, un naturalista tra l'altro di famiglia originaria delle nostre parti, descriveva, anche questa volta, come una sorta di grosso lucertolone dalle zampette corte. Insomma alla fine verrebbe quasi da pensare che esistesse se non fosse per il fatto che non abbiamo mai trovato un resto.

Caso: Mosca, c'è da avere più paura sulla terraferma che non sul lago?

Mosca: Dipende dalla zona.

Caso: In questa zona?

Mosca: Da quel che ho capito, nel lago mi sembra che fossero aggressivi i mostri. Quello del '46 aveva cercato di assalire... Penso più nel lago, dai!

Caso: Più nel lago. Durante la pubblicità ci faceva vedere delle fotografie mostruose. Ce n'è una tremenda. Ecco, quella. Che cos'è?

Mosca: Questo è un pesce mostruoso, nel senso di prodotto di un'anomalia. E' stato trovato alle foci di un fiume nel Mar Giallo. E' frutto dell'opera dell'uomo, della nostra abitudine inveterata a inquinare tutto.

Caso: Però lei crede che i mostri esistano? Come criptozoologo, il suo compito è un po' credere che esista qualcosa di mostruoso e di inafferrabile?

Mosca: Mah, io sono un criptozoologo abbastanza scettico quando bisogna essere scettici. Sono sicuro, invece, quando vedo delle prove che sono concrete.

Caso: E il fatto, l'avvistamento che l'ha convinta di più?

Mosca: Nei laghi, ripeto, è la storia del cadborosauro. Per quei laghi sicuramente ci sono delle immagini molto esplicative. Poi ultimamente si stanno studiando anche alcuni laghi della Cina, il Tianchi per esempio, che albergherebbero dei pesci di dimensioni abbastanza spropositate, che arriverebbero a 10-12 metri. E lì ci sono delle foto inequivocabili. Tornando al discorso dei lucci nei laghi e nei fiumi nordamericani c'è il luccio alligatore che raggiunge tranquillamente i 4-5 metri. E' un lepisosteide, un pesce abbastanza arcaico, li chiamano fossili viventi. Magari se qualcuno decide di prendere uno di quelli e li immette nel lago di Como, hai voglia...

Caso: Ci creiamo il mostro in casa: sembra un'idea!

Mosca: Poi abbiamo anche il siluro, che è un pesce che sta creando immensi problemi e pare da alcuni articoli che ci sia nel lago di Como. E se arriva quello...

Caso: Quindi bisogna stare un po' all'occhio quando mettete i piedini a bagno. Palumbo.

Palumbo: Io vorrei raccontare due aneddoti, uno con un fondamento di verità e uno scherzoso visto che siamo anche alla vigilia di Halloween. A supporto di quel che diceva Castiglioni, ho sentito parlare anch'io di questi serpenti. Quello che lui chiamava gall besalesc da noi ha un altro nome. Gli anziani del luogo dicono che accompagnava i contadini spostandosi di pianta in pianta: un serpente che si arrampicava sulla pianta, ma non ridiscendeva a terra, bensì si muoveva di ramo in ramo. Poi io, alla vigilia di Halloween, vorrei raccontare anche che gli animali (visto che siamo in tema) eranousati un po' per spaventare i bimbi, soprattutto nelle notti in cui non prendevano sonno, dicevano: "guarda che stanotte, se non dormi, arriverà il babau a portarti via". Poi uno dice: perché mai il babau dovrà venire a casa mia proprio nella notte alla vigilia di Halloween a prendermi? Gli animali prendevano numerose forme, numerose dimensioni, e poi queste leggende si tramandavano, si amplificavano. Quindi sono portato a credere che poi di generazione in generazione quest animali abbiano preso corpo, abbiano preso dimensione, forma, lunghezza, peso.

Mosca: C'è una bella storia da raccontare, che accadde in un laghetto della Falck, a Milano. Nel giugno del '66, io avevo dodici anni, cominciarono a circolare notizie che c'era un mostro in questo laghetto. Cresceva a dismisura: partì da due metri, arrivò a dieci. Con la testa di serpente eccetera eccetera, donne incinte che perdevano il figlio per questi cupi rumori che emanava. Io ruppi abbastanza le scatole a mio padre perché mi portasse a vedere questo laghetto o stagno. Venne contattato anche, per chi se lo ricorda, il famoso Angelo Lombardi, "l'amico degli animali", che disse: "Lì dentro c'è un animale sconosciuto". Be', in breve, venne dragato e venne trovato questo mostro che era una rana toro (Rana catesbyana) di settanta centimetri. Questi animali di notte emettono dei cupi rumori, dei muggiti. Questo per spiegare come da qualcosa di anomalo, perché le rane toro non vivono ovviamente nei nostri laghi, non venivano ai tempi così frequentemente in contatto con l'uomo, la storia si è amplificata. Molto spesso la storia più bella non è quella del fatto documentato scientificamente, ma è quella che nelle aspirazioni delle persone sarebbe potuta accadere.

Caso: Galli, siamo rimasti con il nostro romanzo. A che punto siamo arrivati?

Galli: Siamo arrivati praticamente alla fine saltando tutte le vicende anche sentimentali di Panàn, diviso tra due donne che lo amano. Arriviamo al terzo e ultimo incontro tra Panàn e il lariosauro. Nel romanzo c'è un capitolo brevissimo che vorrei leggere.

"Acquattato nella sua tana, il Lariosauro si preparava allo scontro.
Il suo istinto gli diceva che Panàn era il vero nemico, quello contro il quale doveva combattere per uccidere o essere ucciso; e che il duello a lungo rimandato era ormai improcrastinabile.
Dopo l'esperienza del Pian di Spagna aveva imparao a diffidare di quella strana arma degli umani che colpiva da lontano e mordeva dolorosamente le carni; ma il suo avversario non pareva possederne una e quindi il Lariosauro lo attese al varco senza eccessive preoccupazioni in quella mattina fatidica del 27 aprile 1947, convinto che la sua forza sarebbe stata sufficiente a sconfiggere l'avversario [ostinato] che lo braccava da mesi."

Dunque avviene questo terzo scontro tra Panàn e il lariosauro e ovviamente, per rispettodi chi avrà voglia di leggere il romanzo a casa tranquillamente, non diciamo come va a finire.

Caso: Però io vi posso dire che è veramente qualcosa di epico. Sul finale nemmeno io mi posso pronunciare. Castiglioni, i fin dei conti nel nostro lago c'è qualcosa di mostruoso oppure no?

Castiglioni: Il termine "mostruoso" è un po' equivoco, perché bisogna vedere cosa significa "mostruoso". Se per "mostro" si intende che va al di fuori delle nostre conoscenze, probabilmenteil lago di Como è abbastanza conosciuto. E' difficile che esista qualcosa, per lo meno di grandi dimensioni, che non sia stato ancora visto. Nulla è impossibile, ma direi che in questo caso, per quanto riguarda animali di dimensioni grosse, io personalmente lo escluderei.

Caso: Palumbo, quando torniamo a vedere se la campana rintocca nelle notti di tempesta a Lenno?

Palumbo: Io credo che nella prossima primavera ci sarà una terza campagna subacquea. Avremo sicuramente il supporto dell'amministrazione comunale. Il sindaco si è detto possibilista su questo ritrovamento, per cui sicuramente avremo il loro supporto. Avremo il supporto di tanti amici. Questa notizia ha destato curiosità anche in Svizzera, abbiamo avuto numerosi contatti dalla Svizzera. C'è anche un indirizzo email, compagniadellacampana@virgilio.it, per chi volesse delucidazioni, per chi volesse partecipare e cerchiamo anche qualche mecenate e questo ci teniamo a sottolinearlo. Chi volesse partecipare ovviamente è bene accetto.

Caso: Vediamo se c'è qualcuno che vi potrà dare una mano.

Galli: Volevo segnalare, a proposito di lariosauri, che esiste anche un'associazione che è stata fondata nel 2004 e si chiama Associazione pescatori Lariosauro Fishing Club, il cui obiettivo, il cui scopo sociale è - leggo dallo statuto - quello di catturare il lariosauro con un'esca artificiale (non stiamo a spiegare i particolari). Da tre anni questa associazione, con sede a Dongo, ispeziona il lago alla ricerca del lariosauro. Per adesso non l'ha ancora trovato, ma speriamo che in futuro riesca a stanarlo.

Caso: Questa è una chiusura perfetta. Grazie, Galli.


Per il permesso di riprodurre i testi, grazie a Espansione TV, a Emanuele Caso e ai quattro ospiti del programma.
Inserito: novembre 2007.