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MAH, n.22, dicembre 2010, pp.2-4
LIBRI
Enrico Ruggeri, con
Candido Francica, Alieni : un mistero fra noi, Milano : Rizzoli, 2010.
Dopo aver condotto la prima edizione del programma televisivo “Mistero”,
che ha spesso parlato di alieni, Enrico Ruggeri ha firmato un libro sull’argomento.
Un buon numero di pagine è dedicato a tre casi italiani di “rapimenti
alieni”, a partire da quello di Pier Fortunato Zanfretta (pp.198-205),
che Ruggeri aveva ospitato in una sua precedente trasmissione, “Il bivio”
(puntata del 27 febbraio 2007).
C’è poi Maurizio Cavallo (pp.206-211), intervistato da “Mistero”
per la puntata del 13 novembre 2009, dopo la quale, leggiamo nel libro, “ha
deciso di ritirarsi a vita privata e di non esporsi ulteriormente ai riflettori”
(p.211). Considerato, però, che solo pochi mesi dopo lo abbiamo nuovamente
visto in televisione (nella puntata del 12 febbraio 2010 del programma “Luca
Barbareschi Sciock”, sulla rete La7), il concetto di “non esporsi
ulteriormente ai riflettori” appare persino più sfumato dei bordi
delle sue foto degli alieni di Clarion.
A Giovanna Podda (pp.211-219) “Mistero” aveva dedicato ampio spazio
in tre puntate (1, 8 e 15 luglio 2009). La donna sostiene di essere stata per
ben diciotto volte ingravidata da creature aliene. In un’occasione avrebbe
avuto un aborto e il programma ha mostrato le immagini del presunto feto ibrido
alieno-umano, suscitando però ilarità e sarcasmo perché
bastava passare in macelleria per notare una somiglianza più che sospetta
con un coniglio scuoiato. Invece di cedere di fronte all’evidenza, Ruggeri,
nella puntata del 15 luglio, se l’era presa con chi lo aveva fatto notare
e anche nel libro usa toni polemici: “Giovanna che scatena torme di iene
pronte a ridere di lei e di chi (il sottoscritto) ha deciso di darle la possibilità
di raccontare la verità quando mostra una creatura che sostiene di aver
abortito. Che gioia per tutti gli sciacalli frustrati dall’anonimato poter
dire che si trattava di un coniglio, o di una gallina, o di chissà quale
altro animale!” (p.213). Spunta anche un pizzico di complottismo quando
veniamo informati che Giovanna avrebbe affidato dei campioni di tessuto del
presunto feto abortito a laboratori americani, ma non vuole dire quali siano
perché teme un’azione di sabotaggio (pp.217-218).
Toni polemici spuntano anche altrove. “Anche allora c’erano gli
scettici, anche allora c’erano i sorrisi di compatimento” si legge.
E ancora: “il progresso è sempre stato dalla parte di chi ha voluto
aggiungere, mai da quella di chi voleva semplicemente conservare lo status quo.
Ho molta più stima di chi, per la voglia di sapere, rischia di prendere
qualche abbaglio che non di coloro che, ridendo dei curiosi, mettono la testa
sotto la sabbia” (p.140). In realtà (non ci dovrebbe essere bisogno
di dirlo) il progresso è sempre stato dalla parte di chi ha seguito il
metodo scientifico. La curiosità è un motore per il progresso
delle scienze, ma questo non significa che qualunque affermazione “curiosa”
sia un progresso. E’ vero che un’idea rivoluzionaria in campo scientifico
può all’inizio sembrare una follia, ma questo non significa che
qualunque idea folle sia destinata a portare una rivoluzione nella scienza.
Silvano Fuso, Il libro
dei misteri svelati, Roma : Castelvecchi, 2010.
Il libro di Silvano Fuso passa in rassegna diversi presunti
misteri, mostrando come le conoscenze scientifiche e spesso il semplice uso
del buon senso possono svelare che c’è in realtà una spiegazione
logica che mette fuori gioco le affermazioni dei “cultori del mistero
a tutti i costi”.
Il primo capitolo parla di “apparizioni misteriose” e ovviamente
una buona parte di esso è dedicato ai fantasmi. Si passa quindi ai “contatti
con l’aldilà”, trattando di sedute spiritiche, scrittura
automatica, psicofonia, channeling, poltergeist, reincarnazione, zombi. Il capitolo
“I misteri della mente” si occupa di percezioni extrasensoriali,
psicocinesi, aura, esperienze extracorporee e di pre-morte. Le “misteriose
influenze” delle pagine successive comprendono il magnetismo, reti di
Hartmann, feng shui, astrologia, piramidologia, maledizione di Tutankhamon,
malocchio, scie chimiche, profezie sul 2012. Il capitolo successivo tratta di
“miracoli e paranormale religioso”, riferendosi tra l’altro
a casi di corpi incorrotti, al “miracolo del sole” di Fatima, alle
statue piangenti, alla Sindone. Quindi si passa alle “guarigioni prodigiose”,
suggerendo una maggiore cautela nel dire che certe guarigioni fossero davvero
impossibili e puntando il dito contro i ciarlatani che si propongono come guaritori
mettendo in pericolo la salute e la vita di chi, per scarsa accortezza o per
disperazione, si affida a loro. Il capitolo “Oggetti e luoghi misteriosi”
porta come esempi le “lampade” raffigurate in un tempio egizio a
Dendera (che lampade, ovviamente, non sono), presunte immagini di ufo o alieni
in opere dei secoli passate, il papiro Tulli (un falso attribuito all’epoca
egizia in cui si parla di strani veicoli volanti), il pozzo con il tesoro di
Oak Island, i volti di Bélmez de la Moraleda (figure che sarebbero apparse
misteriosamente sul pavimento di una casa) ed altro. Dopo un intermezzo di “eventi
naturali insoliti”, si va avanti con le creature misteriose: draghi (e
in particolare il “cucciolo” di drago conservato in un barattola
che fece notizia nel 2004), chupacabras, lupi mannari, vampiri, mothman. Il
capitolo “UFO e alieni” tratta del caso di Roswell, dei presunti
rapimenti da arte di alieni, degli “uomini in nero” che sarebbero
incaricati di far sparire le prove e minacciare i testimoni, del teschio di
Starchild (spacciato per un ibrido alieno-umano, è in realtà il
cranio di uno sfortunato bambino affetto da malformazioni), il piccolo “alieno”
di Metepec (in realtà una piccola scimmia), i “capelli d’angelo”
(filamenti che cadono del cielo: in alcuni casi si tratta dei fili di ragni
che si lasciano trasportare dal vento, in altri di chaff, materiale
rilasciato dagli aerei per confondere i radar). Infine, un capitolo è
dedicato ad alcuni “misteri quotidiani” che sono stati segnalati
all’autore da diverse persone.
Come si può notare, gli argomenti sono molti e il libro può essere
una valida guida per chi comincia a interessarsi a questi temi. Le note e la
bibliografia permettono poi di approfondire le tematiche affrontate nel testo.
E’ un piacere notare che per il paragrafo sul chupacabras (pp.236-238)
l’autore ha ripreso l’articolo della nostra rivista sulla bestia
di Cuero (Giorgio Castiglioni, Cuero: chupacabra o coyote?, “Mah”,
n.10, dicembre 2007, pp.2-3; ripubblicato sulla rivista del Cicap “Scienza
& paranormale”, n.80, luglio-agosto 2008, pp.64-66).
Andrea Kerbaker,
Bufale apocalittiche : le catastrofi annunciate (e mai avvenute) del terzo
millennio, Milano : Ponte alle Grazie, 2010.
Il primo gennaio del 2000 si sarebbe dovuto scatenare un finimondo.
Secondo il parere di sedicenti esperti, riportato con grande enfasi dai media,
i computer (o, almeno, un grande numero di computer), basandosi su un formato
per la data che assegnava due soli numeri per l’anno, avrebbero interpretato
il doppio zero come 1900 invece che come 2000, causando una serie di problemi:
computer in tilt, guai alle linee telefoniche, bancomat impazziti, persino voli
aerei e attività degli ospedali in pericolo.
Inutile dire che queste fosche previsioni su questo ipotetico problema, diventato
noto con il nome di “millennium bug” (nome, peraltro, impreciso
dato che il terzo millennio è cominciato con la fine del 2000 e non del
1999), non si sono neppure lontanamente avverate. Ciò non ha però
tolto ai media il gusto per i toni apocalittici nell’annunciare altre
catastrofi nel primo decennio di questo terzo millennio. L’autore ricorda
i toni sensazionalisti e allarmisti con cui sono state spesso seguite le vicende
della diffusione di malattie: tra il 2000 e il 2001 l’encefalopatia spongiforme
bovina (BSE, popolarmente conosciuta come malattia della “mucca pazza”),
nel 2003 la Sars, tra il 2005 e il 2006 l’aviaria, nel 2009 l’influenza
suina. Anche in questi casi gli esiti catastrofici proposti dai media non si
sono, per fortuna, presentati.
Thorsten Havener,
So quel che pensi, Milano : Tea, 2010.
Thorsten Havener è un mentalista. Nei suoi spettacoli
si esibisce in numeri di lettura del pensiero. Non vuole, però, far credere
di essere dotato di poteri paranormali e riconosce di essere, invece, un illusionista
i cui successi sono da attribuire non a facoltà sconosciute, ma all’osservazione
dei segnali che inconsciamente le persone mandano in diversi modi e all’abilità
nel gestire il dialogo adeguandolo alle reazioni dell’interlocutore in
modo che questi abbia l’impressione che il mentalista abbia colto nel
segno senza rendersi conto di essere stato lui a dargli le informazioni. Come
scrive Havener: “Il fatto che la maggior parte delle persone non sappia
come io ottenga determinati risultati, non significa che queste cose non abbiano
una spiegazione logica. Non c’è niente di soprannaturale, solo
che gli altri non sanno come funziona” (p.116).
Nel libro, Havener riferisce alcuni dei metodi usati dai mentalisti. Uno di
questi è la lettura del “linguaggio del corpo”, anche se
lo stesso autore sottolinea che il metodo va usato con cautela perché
è “difficile interpretare il linguaggio del corpo in maniera univoca”
e “non esiste alcun gesto che di per sé possa dare informazioni
sull’individuo nel suo complesso” (p.64). Sono, insomma, elementi
di cui un abile illusionista può servirsi inserendoli in un contesto
più ampio. “Un dato è certo:” ribadisce Havener qualche
pagina dopo “le regole esposte fin qui non pretendono di avere una validità
universale” (p.72).
Ovviamente i trucchi di cui un mentalista onestamente si serve per i suoi spettacoli
potrebbero anche essere sfruttati in modo disonesto da persone scorrette e Havener
ritiene che conoscere l’esistenza di questi espedienti può anche
essere un modo per non farsi ingannare da ciarlatani senza scrupoli o, più
semplicemente, per non farsi incantare da chi vuole fare acquistare un prodotto
(cfr p.e. pp.98 e 105).