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MAH, n.15, marzo 2009, p.4
LIBRI
Pierdomenico Baccalario, Tutti i più incredibili
misteri dell’universo, Milano : A. Mondadori, 2008.
Il libro è rivolto ai ragazzi e intende catturarne l’attenzione
con molte illustrazioni accompagnate da brevi testi che danno alcune informazioni
essenziali sul “mistero” in questione. Non mancano frecciate ironiche
a personaggi come “la rinomata contafrottole esoterista madame Blavatsky”
(p.17 – la stessa a p.63 è presentata come “nota medium,
maga, guida spirituale e… ciarlatana”) e il “truffatore da
bestseller” Erich von Däniken che “si è spesso attribuito
il merito di scoperte archeologiche mai avvenute” (p.32) e l’approccio
ai temi trattati è quasi sempre razionale, con qualche eccezione. Parlando
della famosa tomba di Pacal a Palenque, per esempio, si dice che il bassorilievo
su di essa “raffigura un uomo alla guida di uno strano veicolo che emette
fuoco da un reattore” (p.46), ma in realtà non c’è
nessun veicolo e nessun reattore: si tratta di un’interpretazione fantasiosa
resa popolare da tanti testi, programmi televisivi e siti fantaarcheologici,
ma che è del tutto smentita da un’analisi dei disegni. Nonostante
lo stesso autore avvisi che “episodi di questo genere […] vanno
considerati con molta cautela”, i testi relativi alla regressione ipnotica
a vite precedenti suggeriscono che in alcuni casi ci sarebbero state delle conferme
attendibili (pp.151-152). Almeno per il momento, però, nessun caso può
vantare tale successo. A proposito di Felice Vinci, che ha ipotizzato che l’Iliade
e l’Odissea fossero in realtà ambientate originariamente sul mar
Baltico, l’autore scrive che “Vinci è stato pressoché
ignorato dalla comunità scientifica, come spesso accade a chi ha ragione”
(p.25), un commento che sembra provenire da qualche sostenitore di verità
“alternative”. Nella realtà, la comunità scientifica
è sempre (giustamente) prudente nei confronti di nuove tesi, soprattutto
se portano radicali novità, ma non è affatto chiusa: basta vedere
quante idee rivoluzionarie sono state accolte dalle diverse discipline. Se Vinci
“è stato pressoché ignorato” è perché
la sua tesi non ha portato prove convincenti.
Riguardo alle origini dell’uomo, l’autore scrive: “Secondo
Darwin e tutti gli scienziati l’uomo si è evoluto dalla scimmia,
per i credenti è opera di Dio, per i sostenitori del “disegno intelligente”,
invece, dietro la creazione del mondo c’è un progetto. La quarta
via, naturalmente, è quella dell’intervento degli alieni”
(p.32). L’evoluzionismo, in realtà, non è in contrasto con
il credere che l’uomo, quale che sia la sua origine, sia “opera
di Dio”.
Fiorenzo Facchini, Le sfide dell’evoluzione
in armonia tra scienza e fede, Milano : Jaca Book, 2008.
Fiorenzo Facchini è un sacerdote e uno studioso delle
origini e dell’evoluzione dell’uomo e non vede alcun contrasto tra
l’evoluzionismo e la fede cristiana nella Creazione: “la diversità
di orizzonti e delle metodologie di studio nel campo filosofico e religioso
porta ad escludere, in via di principio o sul piano epistemologico, cause di
conflitto tra evoluzione e creazione” (p.103). Quelli che avversano l’evoluzionismo
in nome del Cristianesimo, secondo Facchini, non solo “non tengono in
alcun conto i risultati delle scienze”, ma fanno anche “un uso distorto
della religione” (p.103). “Non si deve leggere la Bibbia come se
fosse un testo di scienze”, ammonisce l’autore (p.102). Non esiste
un “creazionismo scientifico”: “associare l’aggettivo
scientifico a creazione è del tutto scorretto, perché si tratta
di concetti che si pongono su piani diversi” (p.120). “Che l’evoluzione,
in particolare il darwinismo, escluda la creazione”, scrive Facchini,
è “una idea sbagliata, anche se vi sono stati darwinisti, come
Dawkins e altri, che hanno fatto e fanno di tutto per favorirla” (p.120).
E a proposito di chi vorrebbe che nelle scuole all’insegnamento dell’evoluzionismo
fosse affiancato quello del cosiddetto Intelligent Design (ID) come teoria scientifica
alternativa, il sacerdote scienziato ha le idee chiare: “In realtà
la teoria dell’ID non appartiene alla scienza e non ha senso insegnarla
come scienza né in una scuola pubblica e neppure in una privata”
(p.122). E ancora: “Insegnare l’ID come scienza, alternativa al
modello darwiniano, porta a una confusione di piani che non giova a nessuno.”
(p.123)