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MAH, n.13, settembre 2008, pp.3-4

LIBRI

Manila Vannucci, Quando la memoria ci inganna : la psicologia delle false memorie, Roma : Carocci, 2008.
La memoria non è un magazzino dove i dati vengono semplicemente accumulati e tirati fuori all’occorrenza. Possono, ovviamente, essere dimenticati, ma anche essere distorti senza che ciò venga percepito. E’ possibile ricordare con certezze particolari errati o anche interi fatti mai accaduti. L’autrice illustra questi casi facendo riferimento a sperimentazioni compiute da diversi studiosi. Informazioni fuorvianti ricevute dopo l’evento, per esempio, potrebbero alterare un ricordo inserendovi elementi spuri. Ciò ha ovviamente un aspetto inquietante, tanto più quando si pensa a situazioni come una testimonianza in tribunale. Vannucci segnala anche il caso dell’utilizzo dell’ipnosi regressiva. L’ipnosi, ammonisce l’autrice, non è affatto un “siero della verità”: può portare “sia ricordi accurati che ricordi distorti o completamente falsi” e “aumenta, inoltre, la confidenza o fiducia dei soggetti nei propri ricordi, rendendo ancora più difficile discriminare tra ricordi veri e falsi” (p.98).

Silvia Bianconcini , Psicobufale : dall’anoressia alla zoofobia, come difendersi dalle balle raccontate dai media e continuare a credere nella psicologia, Milano : Rizzoli, 2008.
L’autrice è una psicologa e psicoterapeuta e in questo libro ha raccolto una serie di “psicobufale”, ovvero bufale sulla psicologia.
E’ indubbio che comunichiamo anche con i gesti che compiamo, magari senza rendercene conto, ma l’idea che a un gesto corrisponda un preciso significato e che, quindi, si possano “capire le vere intenzioni di chi si ha davanti guardando i suoi gesti e le movenze”, come sostengono numerosi articoli e libri sul “linguaggio dei gesti”, è, appunto, una psicobufala. Chi porta la mano alla bocca mentre parla sta mentendo? E se invece, suggerisce l’autrice ironicamente, avesse “scoperto di avere una fogliolina di rucola incastrata tra i denti”?
“Non ci si avventura in letture della personalità magari affascinanti ma fondate su pochi sintomi: è scorretto e pericoloso” scrive Bianconcini che invita a diffidare “di chi spara interpretazioni a raffica, magari senza conoscere la persona di cui parla: uno psicologo serio sa di non essere uno stregone”. Lo stesso discorso si può fare per chi pretende che si possa fare una sorta di vocabolario per tradurre il “linguaggio” dei sogni o per chi vorrebbe leggere la personalità nei disegni.
Alcuni psicologi usano dei test, ma se si crede che il test, da solo, possa rivelare la personalità di chi vi è sottoposto, si sbaglia. “Neppure il test più serio e valido serve a qualcosa se è usato da solo”, avvisa saggiamente l’autrice.

Sylvia Browne, con Lindsay Harrison, Fenomeni : da Atlantide agli zombi : la più completa guida del paranormale, Milano : A. Mondadori, 2008.
Anche in questo libro Sylvia Browne, “la più famosa sensitiva d’America” (così proclama la copertina), ripropone la solita accozzaglia di affermazioni senza capo né coda.
Tra spiriti guida e palazzi nell’aldilà, parla anche di una “memoria cellulare” che sarebbe “l’insieme totale di conoscenza che la nostra mente spirituale ha riunito durante le nostre vite passate e che ha trasmesso e incorporato a ogni cellula”, aggiungendo che lei stessa con l’ipnosi ha “ aiutato migliaia di clienti a scoprire e a liberare la loro memoria cellulare attraverso la regressione alle vite passate”. Come prova (si fa per dire) dell’esistenza di questa fantomatica “memoria cellulare” racconta una storiella da film dell’orrore nella quale una tale Molly, a cui è stato trapiantato il cuore di un certo David, che era stato ucciso a coltellate, ha degli incubi nei quali è presente l’assassino che viene scovato e arrestato dopo che Molly, sotto ipnosi, ne ha visto il volto (pp.164-167). Ovviamente non c’è alcun elemento che permetta di verificare questo ridicolo racconto o anche solo che Molly e David siano mai esistiti.
Alla voce sulla bilocazione (essere nello stesso tempo in due diversi posti), l’autrice chiama in causa, del tutto a sproposito, la fisica quantistica (pp.51-52). C’è anche una voce sull’“energia cinetica” (pp.103-104), ma ciò che l’autrice indica con tale termine non ha nulla a che vedere con ciò che dalla fisica è così chiamato. Bocciata, quindi, in scienze. E non va meglio con la storia. La sensitiva scrive che “il dibattito sulla reale esistenza di Lemuria continua da migliaia di anni” (p.142). A dir la verità, l’ipotesi di Lemuria nasce nella seconda metà dell’Ottocento e quindi è evidentemente impossibile che se ne parlasse “migliaia di anni” fa.
L’autrice non si preoccupa neppure di citare con favore personaggi del tutto screditati come le sorelle Fox, a suo dire realmente “dotate di poteri psichici” (p.238), o Uri Geller (“Le trasmissioni televisive erano in diretta, erano affascinanti e, ve lo giuro, non truccate” – p.210).
In fin dei conti, l’unica cosa davvero che può sorprenderci in questo libro è che per scrivere roba come questa la “sensitiva” abbia avuto pure bisogno di una coautrice.