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MAH, n.5, settembre 2006, p.4

Calcio e politica
LA BANDIERA DEL CALCIATORE

Campionati mondiali di calcio 2006. Si gioca Ghana – Repubblica Ceca. Il difensore del Ghana John Pantsil segna un gol importante per la qualificazione della sua squadra e, per festeggiare, toglie da un calzettone, dove l’aveva riposta, una bandiera israeliana e la sventola. Pantsil gioca nel Hapoel di Tel Aviv e vuole salutare così i suoi sostenitori. Il ministro dello sport israeliano Ophir Pines-Paz lo ringrazia: “Ha colpito i nostri cuori, adesso sappiamo quale squadra sostenere”.
Ma non tutti sono felici. Secondo quel che riferisce il “Corriere della Sera”, il giornale egiziano “Al-Ahram” ha blaterato di un “ennesimo complotto sionista” e qualcuno ha ipotizzato che il giocatore sia un agente del Mossad (i servizi segreti israeliani) o che comunque sia stato pagato per quel gesto.
Ma non è solo la stampa a dare i numeri. Infatti anche “giocatori e dirigenti musulmani di altre squadre hanno protestato […] contro la Fifa che non avrebbe controllato abbastanza quel che accadeva sul campo”. Se ciò corrisponde al vero, a questo punto sarebbe da auspicare una severa ammonizione e magari una squalifica per quei “giocatori e dirigenti” che hanno avanzato le proteste. La bandiera è un simbolo ufficiale di una nazione e reputare offensiva l’esposizione di una bandiera è, questo sì, offensivo verso lo stato che essa rappresenta.
Ci si aspetterebbe che la federazione del Ghana protesti (e in questo caso a ragione) per un immotivato attacco al suo giocatore e inviti i suddetti “giocatori e dirigenti” a farsi gli affari propri visto che né loro, né i loro paesi sono stati chiamati in alcun modo chiamati in causa. Invece la federazione si scusa (!) con i paesi arabi “se qualcuno si è ritenuto offeso o ferito”. Mah… A dire il vero, ad essere stati offesi, in questa vicenda, sono stati Israele e Pantsil.

FONTI:
Davide Frattini, Arabi all’attacco: «Pantsil agente del Mossad», in “Corriere della Sera”, 20 giugno 2006, p.46.
Luigi Offeddu, Pantsil : lo sbandieratore rischia il posto, in “Corriere della Sera”, 21 giugno 2006, p.51.