BIBLIOTOPIA > PUBBLICAZIONI > MAH
MAH, n.3, marzo 2006, pp.2-3
Animali misteriosi
UNA SERA CON IL LARIOSAURO
a cura della redazione di "Mah"
Un grande successo ha riscosso l’Incontro con il lariosauro
proposto la sera del 3 marzo da Lariosauro Fishing Club, biblioteche comunali
di Paré e di Moltrasio, Vela 360 e Associazione Proteus alla Darsena
di Villa Geno, a Como. L’affluenza di pubblico, ben oltre le previsioni
degli organizzatori (abbiamo contato circa cento persone), ha messo a dura prova
la capienza della sala e gli ultimi arrivati hanno dovuto seguire gli interventi
dall’atrio.
Alla quantità degli spettatori ha corrisposto la qualità degli
interventi.
Dopo la presentazione della serata, affidata a Doriano Maglione
del Lariosauro Fishing Club, la moderatrice della serata, la cetologa Eletta
Revelli, ha dato la parola a Giancarlo Colombo, naturalista
con una particolare predilezione per l’entomologia e la paleontologia.
A quest’ultima disciplina si riferisce il suo intervento. A lui, infatti,
era affidato il compito di parlare del lariosauro vero, il rettile che 230 milioni
di anni fa nuotava nel mare che ai tempi occupava l’area dove oggi si
trova il lago di Como e che dal lago ha preso il nome visto che il primo ritrovamento
di un suo resto fossile è avvenuto a Perledo, presso il lago di Como
(il lago allora, è bene ricordarlo, non esisteva ancora). Colombo ha
anche portato due modelli della bestia, che poteva raggiungere 1,30 m di lunghezza,
da lui fatti con l’argilla: uno mostra l’animale a figura intera
e l’altro la testa, con i denti appuntiti inclinati in avanti così
che a bocca chiusa spuntavano ancora, minacciosi, al di fuori.
Da questo rettile realmente esistito si è passati alle notizie riguardanti
presunti animali misteriosi nel lago di Como, analizzate dal nostro collaboratore
Giorgio Castiglioni. Il caso più famoso è quello
del novembre del 1946 (due avvistamenti più uno “retrodatato”
di sei anni) quando il mostro, fin dal primo articolo, fu soprannominato il
“lariosauro”. Castiglioni ha fatto notare che l’intera vicenda
è semplicemente un’invenzione della stampa, non diversamente dal
mostro dell’agosto del 1957. Più recentemente, in due forum su
internet, si è parlato di un avvistamento che sarebbe avvenuto nel luglio
del 2003, di una sorta di anguilla gigante, lunga 10 – 12 metri, che nuotava
nel lago a Lecco. Se qualcosa è stato visto, cosa poteva essere? Pesci
che nuotavano in un gruppo compatto dando l’impressione di essere un solo
animale? Riflessi di luce sulla superficie dell’acqua? Poco dettagliata
è la descrizione dello strano animale del settembre 1957 riportata da
un quotidiano comasco, ma il fatto che il muso sia detto somigliante a quello
di un coccodrillo può far pensare ad un grosso luccio. Castiglioni si
è soffermato maggiormente sul caso di Argegno del 1954. Il nostro collaboratore
ha parlato con l’uomo che aveva visto il “mostro” e ha raccolto
alcuni particolari (muso arrotondato, parte posteriore ben più ampia
che nei pesci, zampe palmate) che gli hanno suggerito l’idea che l’animale
fosse una lontra. Le lontre erano ancora presenti, a quei tempi, nell’area
lariana, al Pian di Spagna, vicino a Colico. Come ha confermato Claudio Prigioni
(dipartimento di biologia animale dell’Università di Pavia) in
base ai suoi studi nel Parco nazionale del Pollino, la distanza tra il Pian
di Spagna e Argegno può essere coperta da una lontra.
Partendo da questi casi lariani, Castiglioni ha tratto alcune conclusioni che
possono valere in generale quando si parla di animali misteriosi. Bisogna valutare
l’attendibilità delle notizie: ci sono invenzioni, della stampa
o delle persone, o burle come quella messa in atto a Ossuccio nel 1965, quando
fu posto in acqua un mostro di gomma gonfiabile. E’ possibile che alla
base dell’avvistamento ci sia un animale conosciuto dalla zoologia (come
il possibile luccio del 1957 e la probabile lontra del 1954). E’ comunque
necessario esaminare ogni caso studiandone le caratteristiche: per corroborare
l’ipotesi della presenza di un animale sconosciuto non basta che ci siano
diversi avvistamenti di qualcosa di misterioso se le descrizioni non corrispondono.
Il criptozoologo Maurizio Mosca ha presentato alcuni filmati
di presunti mostri lacustri e quello di un animale conosciuto, il regaleco,
un pesce che ha la forma di un’anguilla schiacciata ai lati (mi perdonino
gli ittiologi per questa descrizione un po’ rozza) e può essere
lungo diversi metri. Mentre sul telone si vedevano le immagini di questo animale,
Mosca ha ricordato la presunta “anguillona” ricordata dal relatore
precedente, precisando comunque che non poteva trattarsi di un regaleco perché
è un pesce marino e non d’acqua dolce. Sorprendendo forse un poco
chi pensa che tutti i criptozoologi sostengano sempre e in ogni caso la validità
di qualunque cosa (articoli, foto, filmati) suffraghi l’esistenza di animali
sconosciuti, Mosca ha fatto qualche battuta ironica su un paio di filmati del
celeberrimo mostro del Loch Ness che mostrano sagome, in effetti, piuttosto
indecifrabili e dai movimenti (lo ha sottolineato lo stesso relatore) poco naturali.
Ci è sembrato più convinto, invece, riguardo al filmato del mostro
del lago Van, in Turchia. La sua conclusione è stata che, comunque, qualcosa
di strano in qualche lago c’è.
Paola Iotti e Vanessa Vaio hanno illustrato
le attività dell’Associazione Proteus, che propone incontri di
divulgazione scientifica, in particolare per le scuole.
E’ stato quindi il turno degli scrittori. Giovanni Galli
ha parlato del suo romanzo Il Lariosauro, nel quale il mostro del lago
è la reincarnazione del fascismo, mentre Luca Masali,
dopo aver mostrato una copia del suo romanzo L’inglesina in soffitta,
dove si parla del lariosauro (ma quando sembra comparire si scopre che è
tutt’altro), ha intrattenuto il pubblico sull’ipotesi di cucinare
il lariosauro (la conclusione: è cosa assai dispendiosa e la carne non
è molto buona).
Durante la serata è stato proiettato il cortometraggio Lariosauro
di Alessandro Dominioni. La conclusione dell’incontro
è stata affidata all’attore Stefano Bresciani
che ha recitato un brano ispirato al romanzo di Giovanni Galli.