BIBLIOTOPIA

GIORGIO CASTIGLIONI
LEGGENDE METROPOLITANE
rane nello stomaco e altre leggende (e qualcosa di vero)

Relazione a Moltrasio, Biblioteca comunale, 3 maggio 2011

Le leggende metropolitane sono storie raccontate sotto forma di aneddoto o di notizia e presentati come fatti reali. Ovviamente se le chiamiamo "leggende" è perché fatti reali non sono. L'aggettivo "metropolitane" o "urbane" o "contemporanee", come vengono anche chiamate, indica che sono leggende dei nostri tempi, di una società urbanizzata, per quanto non tutte necessariamente si debbano riferire a un contesto urbano. Anche sul fatto che siano strettamente contemporanee si può discutere: come vedremo, ci sono alcune leggende metropolitane raccontate oggi che hanno radici nei secoli passati e che si presentano talora in forma quasi identica.
E' anche vero che il nome di "leggenda metropolitana" ci fa comunque riflettere sul fatto che il tempo delle leggende non è finito. Si potrebbe pensare, erroneamente, che una società tecnologicamente avanzata finisca per togliere spazio alle leggende, che i progressi scientifici cancellino ciò che scientifico non è. Non è affatto vero, e non solo per quanto riguarda le leggende metropolitane. Affermazioni prive di ogni scientificità continuano ad avere successo. Non solo: alcune leggende metropolitane nascono proprio dalle nuove tecnologie che possono non essere comprese e quindi generare illusioni (si crede che possano fare cose impossibili) oppure timori. C'è poi il tema della derisione di coloro che non riescono a mettersi al passo con le nuove tecnologie.

Un esempio di leggenda metropolitana tecnologica. Magari l'avete già sentita, raccontata come fatto reale oppure come barzelletta. Molte leggende metropolitane sono comiche e il confine tra leggenda metropolitana e barzelletta può essere semplicemente l'intento con cui viene raccontata: se è raccontata come fatto reale è una leggenda metropolitana, se è raccontata come storia inventata è una barzelletta. Io l'ho sentita raccontare come se fosse un fatto realmente accaduto. In questa storia una persona telefona all'assistenza dicendo che si è rotto il portabicchiere del computer. Il tecnico resta perplesso: non ha mai sentito di un computer con il portabicchieri. "Ma sì" insiste il cliente "Il portabicchiere c'è. Schiacci un tasto ed esce, lo schiacci ancora e rientra". A questo punto il tecnico capisce che è il cassettino del cd / dvd. E' vero che la gente riesce a farsi idee incredibili e quindi, forse, non si può escludere in assoluto che qualcuno lo abbia veramente scambiato per un portabicchiere, ma la frequenza con cui viene raccontata la storia, tanto che sembra che a tutti i tecnici dei computer del mondo capiti un utente che fa questo errore di interpretazione, rende il racconto decisamente poco credibile e ce lo fa classificare tra le leggende metropolitane.
Di leggende metropolitane ne esistono moltissime. Come dicevamo, anche se sono riferite come fatti reali, le leggende metropolitane sono dei racconti e come tali rispondono a criteri letterari. Sono racconti che provengono dall'amico di un amico, oppure notizie che sarebbero state pubblicate su qualche giornale, ma non si riesce a identificare la fonte (ma può anche capitare che la fonte si possa individuare e la notizia ci sia davvero sul giornale, perché talvolta la stampa abbocca alle leggende metropolitane). Potremmo vedere nelle leggende metropolitane dei generi, come nella letteratura, nei film, nei fumetti. Il punto fondamentale è che la leggenda deve contenere un elemento che la rende piacevole da raccontare e da ascoltare.

Ci sono le leggende metropolitane dell'orrore, macabre, con richiami al paranormale. Una delle più famose è quella dell'autostoppista fantasma. Una persona (in genere un uomo) sta andano in auto quando vede una bella ragazza, di solito vestita di bianco, che fa l'autostop. La fa salire e la porta a casa. Poi decide di tornare a trovarla, ma quando arriva alla casa ha una sorpresa. Trova i genitori che gli dicono che la ragazza è morta da molto tempo. Oppure la casa è abbandonata e i vicini gli dicono che è così da anni e che in effetti una volta ci abitava una ragazza che era morta. Insomma, a fare l'autostop era un fantasma. Spesso c'è anche l'elemento di conferma: la casa è in stato di abbandono evidente, con polvere e ragnatele, ma si vedono le tazzine del caffè che la ragazza gli ha offerto dopo che l'ha portata a casa. Oppure è rimasta da qualche parte la sciarpa della ragazza. Possono esserci delle varianti: capita spesso con le leggende, e anche con quelle metropolitane. Una variante è stata raccontata alla trasmissione televisiva "Voyager", uno dei maggiori veicoli per la pseudoscienza e le affermazioni infondate. In una puntata del programma si raccontava che a Chicago un automobilista aveva dato un passaggio a una ragazza che era scesa in prossimità di un cimitero. L'automobilista aveva poi trovato, in quel cimitero, la tomba della ragazza a cui aveva dato il passaggio, scoprendo così che era già morta da tempo. Per par condicio parliamo male anche della trasmissione simile della concorrenza, cioè "Mistero", che ha raccontato un'altra versione della leggenda. Una donna vede una bambina ai margini della strada. Preoccupata perché la bambina è in giro per strada a tarda sera, la carica in auto, si fa dire dov'è casa sua e la porta là. Bussa alla porta e, quando sentono la storia, i genitori urlano e minacciano di chiamare la polizia: la bambina era morta tempo prima. Fin qui è una versione della leggenda dell'autostoppista fantasma. Poi c'è un seguito, piuttosto macabro, che racconta che la bambina era su uno scuolabus che era stato investito da un treno e i bambini che erano a bordo sarebbero morti. La leggenda dice che a quel passaggio a livello un'auto che si fermi viene spinta da presenze invisibili (che sarebbero i bambini dello scuolabus) via dai binari. Sul paraurti si vedrebbero i segni delle manine. Lasciando l'auto in folle dove c'è questo passaggio a livello, il veicolo sembra muoversi in salita. Qui abbiamo a che fare con il fenomeno delle cosiddette "salite in discesa" o "magnetic hills". In realtà, il magnetismo non c'entra. E' un fenomeno ottico. La strada sembra leggermente in salita a causa degli elementi che ci sono in quella zona, ma in verità è leggermente in discesa. L'auto lasciata in folle, quindi, non sale, ma, come ci si deve aspettare, scende. Ci sono strade così anche in Italia. Sembrano in effetti delle piccole salite, ma, come si può verificare con opportune misure, è un'illusione ottica e sono in realtà in discesa. Una triste vicenda come quella dell'incidente dello scuolabus è avvenuta realmente, ma altrove, ed è stata probabilmente riutilizzata per costruire la leggenda.

Ci sono leggende metropolitane che si legano alla protesta contro qualche forma di autorità, dalla polizia ai politici fino alla gestione delle ferrovie, che agisce contro il cittadino e viene schernita dalla leggenda. Una di queste storie è quella della lettera delle cimici. Questa leggenda racconta di una persona che prende una cuccetta in treno e la scopre infestata dalle cimici. Dopo lo sgradevole viaggio, decide quindi di lamentarsi e manda una lettera di protesta. Riceve quindi una risposta che dice: "Caro viaggiatore, siamo molto rammaricati di ciò che le è successo. Il fatto ci ha lasciato perplessi perché la nostra azienda tiene molto agli standard di qualità del servizio. Abbiamo già dato disposizioni per verificare cosapuò essere andato storto in questa occasione e di disinfestare la carrozza che lei ci ha indicato. Faremo in modo che questo episodio isolato non si ripeta mai più". Una risposta pronta e gentile, dunque, ma nella busta la persona trova anche, attaccato a questa lettera con un fermaglio (oppure, in versione più moderna, un post it), un appunto per la segretaria che ha scritto la lettera. L'appunto dice: "Manda anche a quest'altro idiota la solita lettera delle cimici".
La "lettera delle cimici" pronta per essere spedita è una leggenda metropolitana, ma può capitare che appunti che non si intendeva mandare al destinatario siano per errore infilati nella lettera di risposta. Un caso molto antipatico è capitato proprio dalle nostre parti nel 1996. La presidente dell'associazione "La nostra famiglia", che si occupa di persone disabili, aveva mandato una lettera ad alcuni politici e da uno di questi aveva ricevuto una risposta formale. Nella busta, però, per una disattenzione, era stata messa anche la lettera a cui si rispondeva e sulla quale erano appuntate espressioni prive di rispetto per l'associazione e la presidente.

Un'altra categoria di leggende metropolitane è quella delle storie sulle celebrità. Su qualunque personaggio che diventi un po' famoso nascerà facilmente qualche storia non proprio del tutto reale. Di leggende su musicisti, attori e altri si potrebbe parlare per un'intera serata e oltre (ne ha parlato Fabio Caironi nella serata a Parè - Caironi è anche autore di un libro sulle leggende metropolitane della musica intitolato Storie stonate). Una delle leggende più note riguarda i Beatles e il loro bassista Paul McCartney. Secondo una voce che, incredibilmente, ha moltissimi sostenitori, Paul McCartney sarebbe morto il 9 novembre del 1966. Naturalmente la domanda di chi non conosce la leggenda sarà: "ma come possono dire che è morto se è ancora in giro?" La leggenda dice che, quando è morto, i Beatles, che non volevano perdere colpi nella strada verso il successo, hanno pensato bene di nascondere l'accaduto e sostituirlo con un sosia. Naturalmente suona strano che si possa trovare uno che gli assomigli tanto, che abbia una voce simile, che sappia suonare il basso, ma la leggenda ci passa sopra. Ci sarebbero un'infinità di indizi che lo rivelerebbero. Se dovessimo riferirli tutti ci vorrebbero ore e ore. In molti si sono scatenati a cercarli. La leggenda racconta che i Beatles, e in particolare John Lennon, avrebbero messo nelle copertine degli album, ma anche nei testi delle canzoni, degli indizi che facevano capire che McCartney era morto. Sono tantissimi. Si può vederli, per esempio, in un libro di Glauco Cartocci. Sono tantissimi. Alcuni, va detto subito, sono ridicoli. Altri in effetti colpiscono. Come spiegarli? Ci sono, come detto, quelli che pensano che McCartney sia davvero morto e sia stato sostituito da un sosia. Ovviamente non è il massimo della credibilità. Stando alle spiegazioni razionali, ci sono due punti di vista. Il primo è che gli indizi ci siano davvero e che siano stati messi appositamente dai Beatles per farsi pubblicità (anche se non è che avessero un gran bisogno di inventarsi un trucco del genere per far parlare di loro) o come scherzo. L'ipotesi può stare in piedi. L'altra ipotesi è che i presunti indizi siano semplicemente coincidenze. L'obiezione che a quest'ultima ipotesi possono fare i sostenitori delle altre due, cioè quella, folle, che McCartney sarebbe morto davvero e quella razionale che gli indizi sarebbero stati messi dai Beatles, è che ci sono troppi indizi e non si può pensare che siano solo coincidenze (anche chi pensa che ci siano indizi messi appositamente, può ritenere che comunque una parte, anche ampia, dei presunti indizi sia in realtà senza fondamento).
C'è qualcuno, troppo zelante, che ha trovato indizi persino in album usciti prima della data della presunta morte. Insomma, se proprio si vuole trovare un indizio, lo si trova (tanto più in copertine piene di dettagli come quella di Sgt Pepper), e questo può essere un pnto a favore dell'ipotesi di chi crede si tratti solo di coincidenze.
Nell'immagine qui sotto c'è uno degli indizi più spettacolari e più citati.

I ONE IX HE ^ DIE
da Brian Moriarty, Who buried Paul? (qui)

Se si prende uno specchietto e lo mettete a metà della grancassa al centro della copertina di Sgt Pepper lungo la metà della scritta "LONELY HEARTS", la parte superiore delle lettere si specchia e si può leggere "I ONE IX HE DIE". La prima I è interpretata come un 1 in cifre romane, "one" è uno in inglese, IX è il numero nove in cifre romane. Quindi avremmo 1, 1 e 9, che vengono interpretati come 11/9 ovvero (nell'ordine inverso, rispetto al nostro, che si usa nei paesi anglosassoni) il 9 novembre. "HE DIE" è ovviamente "lui muore" o "è morto" (in realtà manca una S, o una D, finale). Inoltre il rombo che si vede tra HE e DIE viene interpretato come una freccina che indica colui che è morto e infatti sopra c'è proprio McCartney.
Può apparire poco probabile che sia solo una coincidenza, ma in effetti non è facile valutare la probabilità di un caso come questo. Se si tira una moneta, è facile valutare che la probabilità che esca testa (o croce) è 50%. Nel caso della scritta non è così evidente. Un indizio che, comunque, ci può suggerire che le coincidenze sono più probabili di quanto a prima vista potremmo valutare l'abbiamo già citato: sono stati visti "indizi" anche nei dischi precedenti alla data da cui la loro disseminazione sarebbe cominciata. Tempo fa avevo provato a fare un altro tipo di prova. Se gli indizi sono coincidenze che diventano indizi nell'occhio di guarda, vediamo se li si trova anche per altri gruppi musicali. Ho fatto una prova con il mio gruppo preferito, i Clash, fingendo che anche il loro bassista, Paul Simonon, fosse morto "di nascosto", collocando l'evento dopo la registrazione di Give 'em enough rope e prima della pubblicazione di tale album. Ho fatto il trucco dello specchietto con la copertina di questo album, mettendolo a metà della scritta del nome del gruppo (esistono due versioni della copertina, con diversi caratteri: quella usata per il gioco dello specchietto è quella con i caratteri che richiamano graficamente gli ideogrammi cinesi).

Capovolgendo poi orizzontalmente la scritta, le prime lettere compongono in cirillico la scritta HE ЖIB (ne živ), ovvero "non vivo" in russo. Il segno dopo potremmo anche leggerlo come un 3 che, come il presunto 3 sulla grancassa dei Beatles nel libretto allegato a Magical Mystery Tour, indicherebbe che i membri del gruppo da quattro son diventati 3. In fondo c'è una croce (e sotto c'è anche l'immagine di un cadavere). In realtà la I russa dovrebbe essere diversa (c'era nel vecchio alfabeto cirillico una I come la nostra, ma è stata abolita), ma visto che nella scritta ricavata dal disco dei Beatles mancava la S (o D), ci permettiamo un piccolo trucco anche qui. Per evitare equivoci, preciso: non è che voglio dire che Simonon è morto nel 1978: al contrario vorrei far vedere che se uno proprio va a cercare "indizi", li trova ovunque.
Un'altra copertina importante nella leggenda di McCartney è quella di Abbey Road. L'immagine mostra i quattro Beatles che attraversano la strada. McCartney è il secondo da sinistra. I cacciatori di indizi ne hanno trovati molti qui. Tutti hanno più avanti il piede sinistro tranne McCartney che ha più avanti il destro. Tutti indossano le scarpe tranne McCartney che è scalzo. Ovviamente qualcuno ha trovato che in una certa cultura i morti sono seppelliti scalzi. Il fatto è che per qualunque cosa ci sarà una certa cultura che dà un certo significato. E' come nel caso dei colori: in una cultura o nell'altra, un colore sarà legato alla morte, che sia il rosso, il viola, il nero, il bianco. Un altro famoso indizio è relativo al Maggiolino che si vede dietro, con la targa che comincia con 28 IF, interpretato come "28 anni se (if) non fosse morto". In realtà McCartney ai tempi di Abbey Road ne aveva 27, ma ovviamente i cacciatori di indizi non si arrendono e dicono: "be', però dal momento del concepimento erano 28". Altro indizio: McCartney era mancino, ma nella foto tiene la sigaretta con la mano destra. Quindi, per i sostenitori della leggenda, deve essere senza dubbio un sosia.
Andiamo allora a vedere la copertina di Combat rock dei Clash, dove vediamo Paul Simonon, che è destro, che tiene la sigaretta con la sinistra. Un sosia anche lui? Ne ha anche una dietro l'orecchio, ma per questa posizione non abbiamo riscontri nella casistica della leggenda della morte di McCartney...
Sulla copertina di London Calling c'è la foto più famosa di Paul Simonon, quella scattata al Palladium di New York il 21 settembre 1979 mentre sta per sfasciare il basso sul palco. Un bel basso del valore di centinaia di euro e che, rotto e reso inutilizzabile, ne vale... certamente molti di più, come protagonista di una delle più famose foto della storia del rock. Un momento di follia entrato nella storia della musica. Il titolo dell'album, in lettere verdi e rosa, richiama chiaramente la grafica di un disco di Elvis Presley, sul quale c'è la nota leggenda metropolitana che abbia inscenato la sua morte e sia invece ancora in giro. Non sarebbe l'unico: anche Jim Morrison avrebbe soltanto finto di morire. E' stato detto anche di Michael Jackson. E' una leggenda ricorrente.

Esistono molte leggende metropolitane su sostanze pericolose che, in realtà, pericolose non sono. C'è per esempio la leggenda metropolitana delle scie chimiche, secondo la quale nelle scie di condensazione degli aerei ci sarebbero sostanze pericolose messe appositamente. Ormai questa leggenda sta prenendo i caratteri di una pseudoscienza. Ci hanno fatto anche documentari. E' una leggenda che sfugge a osservazioni banali, per esempio quella che se volessero diffondere sostanze velenose attraverso le scie degli aerei, tanto per cominciare, farebbero i voli di notte e non di giorno, in modo da farsi vedere da chi poi scrive nel sito che sono scie dannose. D'altra parte, le leggende metropolitane prosperano anche perché, a volte, la logica viene sospesa. E' stato l'argomento dell'intervento di Simone Angioni nella conferenza di Parè.

Una sostanza che tutti ben conoscete è la Coca Cola. Su questa bevanda gira una quantità enorme di leggende. E' stato creato addirittura il termine coke-lore, ovvero il folclore della Coca Cola. Per esempio, una leggenda dice che se si mette una moneta, un chiodo, un dente o un pezzo di carne. Una versione di questa leggenda mi è stata raccontata nel periodo in cui ero sotto gli obblighi di leva. Era arrivato quello che la sa lunga e aveva detto che mettendo una moneta nella Coca Cola si sarebbe sciolta in una notte. Io ho detto: "Va bene, facciamo la prova". Ho preso un bicchiere di plastica (non si sarebbe dovuto sciogliere anche prima della moneta?), ci ho versato un po' di Coca Cola e ci ho messo una moneta. Anche dopo una settimana la moneta ovviamente era ancora lì. E' vero che potrebbe danneggiare i denti, ma uno dovrebbe berne davvero tantissima e non lavarsi mai i denti. Però se uno non si lava i denti per tutta la vita qualche problema ce l'avrà anche senza Coca Cola.
Un'altra leggenda sulla Coca Cola che mi è stata raccontata quando ero al servizio dello Stato è che bevendola accompagnata da un'aspirina si avrà un effetto un po' allucinogeno. Anche questa non ha fondamento.
Ancora peggio sarebbe stato bere Coca Cola e mangiare le caramelle Pop Rocks. Una reazione chimica avrebbe avuto come risultato quello di fare scoppiare lo stomaco. Si faceva pure il nome di una vittima famosa, il bambino Mikey, protagonista di una pubblicità. Il personaggio era scelto bene, perché era ben conosciuto come protagonista della pubblicità, ma poi in realtà nessuno sapeva chi era e cosa aveva fatto dopo la pubblicità. Anche se lo avessero visto anni dopo, non sarebbe più stato un bambino e non lo si sarebbe riconosciuto. A un certo punto, le Pop Rocks furono anche ritirate dal commercio, il che fu visto dai sostenitori della leggenda come una prova che erano davvero pericolose. In realtà, sono state poi rimesse in commercio con un altro nome e in seguito ancora come Pop Rocks. Nonostante la popolarità della voce (tra l'altro i Green Day hanno intitolato una canzone Poprocks & Coke, anche se il testo non parla di questa leggenda), nessuno stomaco è mai esploso per questa miscela.
In tempi più recenti, la leggenda è proseguita con le caramelle Mentos al posto delle Pop Rocks. In questo caso la vittima sarebbe un ragazzo brasiliano cui sarebbe esploso lo stomaco come a Mikey con le Pop Rocks. Qualcosa di vero c'è: se si mettono le Mentos nella Coca Cola si verifica davvero una reazione chimica che causa un getto della bevanda come lo spruzzo di una fontana. L'effetto più potente si ottiene con la versione senza zucchero, con altri dolcificanti (Coca Cola Light). Gli spruzzi sono alti e spettacolari e sono stati persino organizzati record per il maggior numero di fontane con Coca Cola e Mentos. Gli esperti in materia consigliano doppiamente la versione senza zucchero, primo perché produce getti più alti, secondo perché è poi più facile da pulire e le tracce lasciate sono meno appiccicose. La reazione, dunque, è vera e facilmente verificabile. Che possa fare esplodere lo stomaco, invece, non è vero.
[intervento dal pubblico: "Un mio amico ha provato a bere Coca Cola e mangiare Mentos insieme, ma l'unico risultato è stato un rutto sonoro"]
Anche esagerando con le dosi, invece di far pressione sulle pareti dello stomaco fino a romperle, al limite il liquido dovrebbe risalire per l'esofago e uscire dalla bocca (o dal naso) e ciò sembra confermato dalla testimonianza di qualcuno che ha voluto provare su di sé: l'esperienza non sembra essere stata affatto gradevole, quindi non provateci.
[intervento dal pubblico: "E state a distanza da chi fa la prova"]
[altra persona del pubblico: "Ma è vero che può sciogliere un pezzo di carne in una notte, come si racconta?"]

In una notte no di certo. E' verò però che contiene acido ortofosforico. Quanto può avere effetto e in che tempi? Si può fare una prova.

Dallo stomaco che esplode passiamo agli animali nello stomaco.
Quando abbiamo preparato il manifesto del ciclo di conferenze, un lettore della biblioteca, vedendo il titolo che parlava di "rane nello stomaco", mi ha detto che ricordava una persona che mangiava le rane vive, ma prima tagliava loro le zampe per evitare che risalissero su per la gola. Appena ha finito di raccontarla, però, ha osservato che, in effetti, non glielo aveva mai visto fare e che magari poteva essere anche questa una leggenda metropolitana. Anche a me hanno raccontato, quando ero bambino, che c'era una persona che faceva la stessa cosa. Che fosse una moda diffusa? Oppure è, appunto, una leggenda metropolitana.
[Facendo riferimento all'espressione di una persona del pubblico:] Eh,sì, qualche leggenda è un po' schifosa...
Ci sono poi le storie di animali (in particolare rane e serpenti) che crescono nello stomaco di qualche persona girano da secoli.
Una leggenda dice che a Nerone sarebbe cresciuta una rana nello stomaco sino al momento in cui l'avrebbe "partorita" attraverso la bocca. Secondo la leggenda, il nome Laterano sarebbe legato a questo evento (latet rana) - ovviamente è anche questa una leggenda.
Una leggenda nordica racconta di una ragazza la cui pancia si era ingrossata: i maligni avevano già cominciato a insinuare che si trattasse di una gravidanza non programmata. Un re che passava da quelle parti, però, aveva capito che non di gravidanza si trattava, ma di un serpente che stava crescendo nella pancia della sfortunata ragazza. Il re aveva quindi consigliato alla giovane di non bere per un lungo tempo e di recarsi poi presso una cascata. Il serpente, assetato, sarebbe risalito e spuntato fuori dalla bocca e lo si sarebbe potuto prendere ed estrarre.
Ci sono state diverse persone divenute celebri per aver vomitato rane o altri animali che sarebbero cresciuti nel loro stomaco. Uno dei più famosi è Theodorus Döderlein, un ragazzino che alla fine del '600 vomitava rane, serpentelli e altre bestiole (è il protagonista dell'immagine all'inizio della pagina, tratta da Bondeson 1997, p.37). Ha proseguito il suo spettacolo finché è arrivato un medico che ha annunciato di avere il rimedio per questo problema: far bere un bel boccale di urina di cavallo. Il povero Theodorus dovette subire la cura e, dopo di ciò, non vomitò più nessun animale. Quindi le ipotesi sono due: o l'urina di cavallo guarisce da questa strana malattia che fa generare bestiole nello stomaco oppure Theodorus era un birbone che usava qualche trucco, ma, di fronte alla prospettiva di una nuova dose del rimedio, ha deciso di porre fine al suo spettacolo.
Ambroise Paré, famoso medico francese del XVI secolo, diceva che aveva una volta incontrato una donna che diceva di avere un serpente nello stomaco. Le aveva quindi proposto di estrarlo, ma lei aveva confessato che fingeva. Dopo un po', però, l'aveva di nuovo vista mentre faceva il suo spettacolo.
Un altro esempio è un tale Frank Williams che raccontava che, quando era stato in Giamaica, aveva bevuto da una pozza d'acqua e aveva sentito scendere qualcosa giù per la gola. Guardando nell'acqua, aveva visto dei serpentelli. Un po' spaventato, era andato da un medico che gli aveva dato un emetico. Aveva vomitato e si era tranquillizzato. Dopo un po' di tempo aveva però cominciato a sentire qualcosa nello stomaco: era un serpente che era cresciuto là dentro. Un medico gli aveva proposto un'operazione chirurgica, ma lui aveva rifiutato. Allora avevano posto del latte per attirare fuori, attraverso la bocca, il serpente (quella dei serpenti che verrebbero attratti dal latte e che ne sarebbero ghiotti è una diffusa leggenda). Così Williams sarebbe riuscito a liberarsi del serpente. In fondo a un articolo che parlava di ciò si dava anche notizia che invece a un'altra persona era andata male: nel suo caso si trattava di una lucertola e, salendo su per la gola, gli aveva impedito di respirare e provocato convulsioni. L'uomo sarebbe morto.
Gli esempi sono tanti. Qualcuno ha voluto capirci qualcosa di più. Uno studioso tedesco, Arnold Adolph Berthold, aveva osservato che se si prendeva una rana e la si metteva a una temperatura come quella che c'è all'interno del corpo umano, la rana moriva. Un altro elemento che faceva pensare che c'era qualche trucco era che una dissezione, dopo che erano state vomitate, di rane che sarebbero nate e cresciute nello stomaco aveva mostrato che nel loro stomaco c'erano insetti: dove li avrebbe trovati?
Un altro studioso che si occupò di queste storie fu l'americano John Call Dalton (da non confondere con John Dalton, inglese, noto per gli studi su quello che da lui ha preso il nome di daltonismo). Dalton pensò che un animale che finisse nello stomaco, anche se vivo, sarebbe comunque stato attaccato dai processi digestivi. Aveva fatto un esperimento un po' crudele. Prese lumache e rane e le infilò in bocca a un cane facendole finire giù per la gola senza che le masticasse uccidendole. Dopo un po', uccise il cane e aprì lo stomaco: rane e lumache erano già morte, attaccate dai succhi gastrici. Questo toglieva il terreno alla leggenda. Lo stomaco non è certo un posto adatto per farvi crescere ranocchie e serpentelli. La produzione di acido cloridrico, pepsina e altro lo rende un ambiente per questi animaletti. Anche se vi finissero dentro vivi, verrebbero digeriti come viene digerita la carne che mangiamo. I succhi gastrici non fanno caso se quel che attaccano è vivo o morto.
Fino a qualche decennio fa, avremmo potuto concludere così l'argomento. Invece possiamo continuare presentando un genere di rane australiane, Rheobatrachus. Se ne conoscono due specie, R. silus e R. vitellinus. Sfortunatamente, non molto tempo dopo la loro scoperta, non se ne sono più trovate e sono state dichiarate estinte. Mentre si studiava questa ranetta sino ad allora sconosciuta, una femmina, afferrata, ha proiettato fuori dalla bocca dei girini. La cosa era curiosa, ma per gli esperti di anfibi poteva non apparire così strana. In effetti, già si conosceva il Rhinoderma darwinii, una rana che ha un metodo di gestazione insolito: la femmina depone le uova, il maschio le prende in bocca, tenendole nelle sacche vocali che negli anifibi anuri servono solitamente per amplificare il gracidio. Quando i figli sono un po' svezzati, li rilascia nell'ambiente. Che anche Rhoebatrachus (anche se femmina, invece che maschio come per Rhinoderma darwinii) facesse lo stesso? Proseguendo gli studi, però, si èscoperto che non venivano dalle sacche, ma proprio dallo stomaco. A prima vista sembrerebbe assurdo: abbiamo appena visto i motivi per cui non dovrebbero sopravvivere in uno stomaco. C'è, però, una spiegazione. Rheobatrachus fa le uova e le inghiotte. Le uova sono coperte da una sostanza che contiene prostaglandina E2 che ha l'effetto di inibire la produzione di succhi gastrici. Lo stomaco, senza la produzione dei succh, diventa quindi una cavità ospitale per uova e girini, fino alla metamorfosi in ranocchi. In caso di pericolo, la femmina può espellere anticipatamente i girini,come era successo quando era stata maneggiata nel caso citato prima. La femmina non mangia per tutto il periodo della gestazione, che per un anfibio non è un problema eccessivo: possono resistere lunghi tempi senza mangiare (e la gestazione è ovviamente più breve che nelle donne). Mentre i girini crescono, lo stomaco, per contenerli, si dilata al punto da comprimere i polmoni rendendoli inutilizzabili. Neppure questo, comunque, è un guaio insormontabile per un anfibio: gli anfibi, allo stadio adulto, respirano con i polmoni, ma anche attraverso la pelle (respirazione cutanea). C'è una famiglia di salamandre, i pletodontidi, che addirittura i polmoni non li hanno neppure e respirano solo attraverso la pelle. La ranetta australiana ha reso vera quella che era solo una leggenda.

Rheobatrachus silus
(da ThinkQuest)

La scoperta del Rhoebatrachus è stata sfruttata anche dagli antievoluzionisti, che hanno cercato di farne un argomento contro la teoria dell'evoluzione, dicendo che non è possibile pensare che le uova di questa rana producessero per caso proprio la sostanza che permetteva loro di non essere digerite e distrutte se ingoiate, dando vita a questo peculiare metodo di gestazione. E', però, un argomentazione fasulla, perché dà per scontato che la produzione di prostaglandina E2 sia da mettere necessariamente in relazione con la gestazione gastrica. Invece, la produzione di tale sostanza può essere stata favorita dalla selezione naturale per altri motivi (sembra abbia un ruolo nella formazione dello stomaco nei girini) e poi casualmente è riuscita favorevole anche per permettere quel tipo di gestazione. E' quello che in termini scientifici viene chiamato "preadattamento", termine che peraltro non piace a tutti perché sembra indicare che abbia come fine l'adattamento "vero" successivo. Invece, la selezione ne ha favorito dapprima un uso e poi un altro: per esempio, le zampe dei dinosauri da cui si sono poi evoluti gli uccelli si sono sviluppati perché servivano come zampe, non certo perché in futuro sarebbero servite agli uccelli trasformate in ali. Un antievoluzionista ha anche fatto confusione scrivendo che è impensabile l'adattamento del Rheobatrachus di immagazzinare acqua e seppellirsi nella sabbia del deserto: non si vede perché tale adattamento debba essere impossibile e, comunque, non è un adattamento del Rheobatrachus, ma di altre rane australiane come Cyclorana. Curiosamente, questa persona fa riferimento al sito della Korean Association for Creation Research che, però, al di là delle interpretazioni, almeno attribuisce la "stranezza" giusta, cioè quella della gestazione gastrica, al Rheobatrachus.

[Intervento del pubblico:] C'è anche il modo di dire "avere le rane nello stomaco" per indicare che uno è in ansia, per esempio per un esame.
[Altra persona:] Io lo sapevo nella versione "avere le farfalle nello stomaco".

[Intervento del pubblico:] A proposito di serpenti attratti dal latte, ricordo quello che mia nonna mi diceva, e non credo che sia una leggenda metropolitana. I miei nonni erano partiti dalla Dalmazia, poi sono andati in Sudamerica e poi in Svizzera, dicevano che in Sudamerica avevano avuto un bambino che, però, non cresceva. Si sono accorti che, quando lo lasciavano nella culla da solo, un serpente si avvicinava e gli faceva rigurgitare il latte per berlo.

Le leggende a volte sono raccontate in perfetta buona fede. In realtà, però, i serpenti non bevono latte. Se entrano nelle stalle non è per il latte, è probabilmente per cercare un rifugio nella paglia o per cacciare i topi. Può essere, però, che vederli lì sia sembrato una conferma che erano attratti dal latte. Nel caso citato, può essere che il bambino avesse rigurgitato il latte per altra causa e che casualmente il serpente fosse capitato lì vicino, facendo credere che fosse successo a causa del rettile. Una testimonianza può essere sincera, ma condizionata da una errata interpretazione di quanto visto. La contiguità nello spazio può fare credere erroneamente a un rapporto di causa ed effetto.
Storie come questa sono comunque molto diffuse. Ce n'è anche una versione in cui il serpente si attaccava al seno della madre che allattava, mettendo la coda in bocca al bambino per fargliela succhiare ed evitare che si mettesse a piangere richiamando l'attenzione. Su serpenti e latte c'è un vasto folclore. Anche qui a Moltrasio si parlava della tettavacch, il serpente che succhia il latte dalle mammelle delle mucche. Anche in questo caso, la leggenda può trarre forza dall'aver visto qualche serpente che, ovviamente per altri motivi, era entrato in una stalla.
C'è anche un uccello che è chiamato succiacapre proprio perché si dice che si avvicini alle capre (o altro bestiame) per succhiare il latte. In realtà potrà essere semmai interessato agli insetti che volano intorno al bestiame.

[Intervento del pubblico:] A proposito del fantasma che fa l'autostop, 15 o 20 anni fa, sulla "Domenica del Corriere", era stata pubblicata una storia che ricordo ancora perché mi aveva colpito moltissimo e fino a questa sera l'avevo considerata autentica. Raccontava del fantasma di una donna vestita di nero che in Croazia faceva l'autostop. Non ricordo se il giornalista l'avesse incontrata proprio lui o se avesse raccolto l'informazione da qualcuno. Si diceva che non fosse capitato una sola volta: sempre questa donna, sempre nello stesso punto della strada, faceva l'autostop, l'autombolista si fermava, la faceva salire, parlavano per un po' e a un certo punto la donna scompariva. Poi, facendo delle ricerche, era saltato fuori che questa donna era morta in un incidente stradale, quindi di morte violenta, e non riusciva a trovare la sua direzione. Io, siccome l'ho letta su un giornale, l'ho considerata autentica, però adesso mi viene il dubbio.

E' una versione della leggenda dell'autostoppista fantasma. C'è una storia in cui un camionista entra in un bar con l'aria stravolta e il barista, notandolo, senza che il camionista dica nulla gli dice subito: "Ah, l'ha vista anche lei". E' una storia ricorrente.

[Intervento del pubblico:] Ho visto un programma televisivo in cui si parlava di dischi con messaggi incisi al contrario, anche inquietanti... faceva anche venire l'ansia!

E' la famosa storia del backmasking, l'incisione al contrario. Esistono persone convinte che in certi dischi ci siano dei messaggi, in particolare inneggianti a Satana o all'uso di droghe, incisi al contrario, in modo da influenzare subdolamente le menti umane. C'è un primo problema: se è registrato al contrario, la mente non lo coglie e quindi non ne può essere influenzata. La leggenda sulla morte di McCartney, di cui dicevamo prima, contiene anche storie di messaggi registrati alla rovescia. Queste storie si fondano su un fenomeno affine alla pareidolia. La pareidolia è il fenomeno per il quale si vedono delle forme conosciute in immagini che in realtà hanno dettagli casuali, come quando, per esempio, si vede una nuvola e si nota che ha la forma di un coniglio. Segni casuali sul muro ricordano il volto di Gesù o della Madonna o di padre Pio. C'è anche una versione acustica del fenomeno: credere di sentire parole in suoni. Si può pensare alle canzoni in inglese che vengono cantate con testi completamente errati da persone che non capiscono le parole in inglese e trovano assonanze con parole italiane.
C'è un caso di cui si è parlato nel forum di Bibliotopia. Riguarda una canzone dei Queen che ha come titolo e ritornello Another one bites the dust. Sentita al contrario, ne esce un suono che è stato interpretato come "start to smoke marijuana" ("comincia a fumare marijuana"). In realtà, se ci si pensa un attimo, è ben difficile fare una frase che sentita al contrario dica altre parole. E' interessante e divertente che un utente del forum di Bibliotopia ha segnalato come i suoi amici la cantano in modi diversi anche non al contrario, così che per esempio "Another one bites the bust" diventa "Mi lavo col Badedas". Se persino sentendola regolarmente in avanti si possono sentire parole che non ci sono, figuriamoci che può accadere se viene sentita a rovescio.
Esiste pure uno pseudo-centro culturale, il Centro culturale San Giorgio, che è tutto preso da queste storielle. Il fondatore è finito a "Mistero" a raccontare una serie di sciocchezze sull'argomento - su di lui possiamo pure infierire, dato che il suo sito contiene anche affermazioni antisemite e quindi possiamo sentirci liberi di parlarne male.

[Intervento dal pubblico:] E i messaggi subliminali?

L'argomento è stato molto discusso. Stando agli studi, i messaggi subliminali non hanno il potere di influenzare le persone che viene loro talvolta attribuito popolarmente.
Va ricordato che uno degli studi che ne avrebbero mostrato l'efficacia, quello che sarebbe stato fatto da James Vicary nel cinema di Fort Lee, si è rivelato fasullo. Vicary avrebbe inserito nel film alcuni fotogrammi, non recepibili consciamente, che spingevano a mangiare popcorn e bere Coca Cola e il risultato sarebbe stato un aumento delle vendite. Altri studiosi, però, hanno replicato l'esperimento senza ottenere quei risultati. Alla fine, Vicary ha confessato che si era inventato i dati. Si pensa addirittura che non abbia neppure fatto il famoso esperimento al cinema, ma abbia semplicemente inventato la storia e i numeri.
E' il bello della scienza. Altri possono replicare l'esperimento e, se non viene, chiedere il perché. A volte può trattarsi anche di errori in buona fede. E' possibile che il primo ricercatore abbia introdotto senza accorgersene o non abbia notato un elemento che condiziona l'esperimento.

[Intervento dal pubblico:] Puoi farci un altro esempio di leggende metropolitane del mondo della musica?

Abbiamo detto della leggenda della morte di McCartney e accennato a quella di Elvis Presley, la cui morte sarebbe, secondo la leggenda, fasulla. Anche di Jim Morrison si dice che la morte sarebbe finta. C'è una serie di leggende su musicisti che hanno fatto patti col diavolo, da Robert Johnson a Mick Jagger. Nel caso di Jagger la leggenda chiama in causa anche la morte di Brian Jones, che sarebbe stato sacrificato a Satana per ottenere il successo per i Rolling Stones. Già di Mozart dicevano che avesse venduto l'anima al diavolo.
Per quanto riguarda le nuove star della musica, gira una leggenda su Rihanna che avrebbe ottenuto il suo successo grazie agli Illuminati. L'esistenza di tale patto sarebbe dimostrata dal fatto che in un paio di copertine ha un occhio coperto.

[Intervento dal pubblico:] Chi sono gli Illuminati?

Eh, sarebbe bello saperlo... Gli Illuminati sarebbero una specie di gruppo di potere occulto che dominerebbe il mondo. In effetti è esistita nel XVIII secolo una società segreta con questo nome, gli Illuminati di Baviera, la cui influenza sulle sorti mondiali è stata pari a zero. Ci sono personaggi che parlano di un grande complotto degli Illuminati. Uno dei sostenitori di questa leggenda è David Icke, uno che, tra l'altro, dice che i membri della famiglia reale inglese sono in realtà alieni rettiliani sotto mentite spoglie. Icke, che è stato un portiere in una squadra di calcio inglese, ha poi scoperto una nuova vena come complottista. Vede complotti da tutte le parti e dietro tutti questi complotti ci sarebbero gli Illuminati che avrebbero in mano governi, banche... che, poi, chiunque abbia un conto in banca sa che non c'è bisogno degli Illuminati per pensare a un complotto contro di noi...

[Intervento del pubblico:] C'è anche la leggenda del ponte del diavolo.

Qui siamo forse più nel campo delle leggende tradizionali che delle leggende metropolitane. La storia racconta che la gente di un paese non riesce a fare un ponte. Arriva un misterioso costruttore e riesce nell'intento. Il costruttore è, però, il diavolo e il prezzo da pagare è l'anima del primo che passerà sul ponte. Il diavolo sarà anche furbo, ma pure gli uomini stupidi non sono e mandano per primo sul ponte un animale.

[Intervento del pubblico:] L'ho sentita raccontare l'altro giorno, quando ero vicino a Gorizia: lì il diavolo chiedeva tre anime.

 

FONTI:

Autostoppista fantasma: Cesare Bermani, Il bambino è servito : leggende metropolitane in Italia, Bari : Dedalo, 1991, pp.389-390, 397-398; Laura Bonato, Trapianti sesso angosce : leggende metropolitane in Italia, Roma : Meltemi, 1998, pp.91, 96, 98-101; Con l'anticrimine a caccia di fantasmi, "Voyager", Rai Due, 5 gennaio 2011 (riassunto sul forum di Bibliotopia qui); Fantasmi: i bambini del treno, "Mistero", Italia 1, 1 marzo 2011 (riassunto sul forum di Bibliotopia qui); Barbara Mikkelson, Helping hands, "Snopes", 16 gennaio 2007 (qui).

Lettera delle cimici: Jan Harold Brunvand, Sarà vero? : leggende metropolitane di tutto il mondo, Milano : Pan, 2001, pp.171-172; Robert Loren Fleming e Robert F. Boyd, Il grande libro delle leggende metropolitane, Pavona : Magic Press, 1998, p.177; Barbara Mikkelson, The bedbug letter, "Snopes", last updated 22 aprile 2011 (qui). Caso del consigliere regionale: Claudio Schirinzi, Lettera con insulti, La Russa tradito dal dialetto, “Corriere della Sera”, 3 febbraio 1996, p.35.

"Morte" di Paul McCartney: Giorgio Castiglioni, La "morte" di Paul McCartney, "Mah", n.6, dicembre 2006, pp.1-4 (qui).

Leggende sulla Coca Cola: sezione Cokelore su "Snopes" (qui); Bonato, Trapianti sesso angosce, cit., pp.106-112; Brunvand, Sarà vero? : leggende metropolitane di tutto il mondo, cit., pp.117-118. Con le Pop Rocks: Barbara Mikkelson, Death of Little Mikey, "Snopes", ultimo aggiornamento: 20 gennaio 2007 (qui); Pop Rocks history (qui). Con le Mentos: Barbara Mikkelson, Non compos mentos, "Snopes", 9 novembre 2006 (qui); Hazel Muir, Science of Mentos-Diet Coke explosions explained, New Scientist.com, 12 giugno 2008 (qui).

Animali nello stomaco: Jan Bondeson, A cabinet of medical curiosities, London : Tauris, 1997, pp.26-50; A black snake in a man's stomach, "Thomsonian Recorder", 2 (1833-1834), p.183 (qui); Dr Mandt of St Petersburg, Singular case of a living snake in the stomach, "The British and foreign medical review", VIII, july-october 1839, p.257 (qui).

Serpenti bevuti e cresciuti nello stomaco: Bermani, Il bambino è servito, cit., pp.185-190; Bonato, Trapianti sesso angosce, cit., pp.117, 125; Berger Evans, Storia dei luoghi comuni, Milano : Longanesi, 1948, p.114; Fleming e Boyd, Il grande libro delle leggende metropolitane, cit., p.45. Leggenda analoga con uova di polpo: Evans, Storia dei luoghi comuni, cit., p.114; Fleming e Boyd, Il grande libro delle leggende metropolitane, cit. p.77.

Nerone e la rana: [Giacomo da] Voragine, Legendario delle vite di tutti li santi approbati dalla S. Romana Chiesa, tr. it. di Nicolò Manerbio, Venezia : Stephano Zazzera, 1565, p.161; Kaiserchronik (metà XII sec.) cit. in Hilário Franco, Nel paese di Cuccagna, Roma : Città Nuova, 2001, p.181.

Rheobatrachus: The gastric brooding frog, a cura di Michael J. Tyler, Beckenham : Croom Helm, 1983; Michael J. Tyler, Australian frogs : a natural history, Ithaca : Cornell University Press, 1998, pp.138-139. Per un esempio di indevita interpretazione antievoluzionista, si può vedere Paula Weston, Frogs : Jeremiah was not a bullfrog, "Creation ex nihilo", 22 : 2 (2000), pp.28-32 (qui). L'articolo antievoluzionista che attribuisce un erroneo adattamento a R. silus è Woong Sang Lee, The Creative Mysteries of the Frog (qui), mentre la pagina citata della Korean Association for Creation Research è qui.


Giorgio Castiglioni, bibliotecario a Parè e Moltrasio, è redattore di "Mah".
Comunicazioni: mah.giorgio AT gmail.com