GIORGIO CASTIGLIONI
LEGGENDE METROPOLITANE
rane nello stomaco e altre leggende (e qualcosa di vero)
Relazione a Moltrasio, Biblioteca comunale, 3 maggio 2011
Le
leggende metropolitane sono storie raccontate sotto forma di aneddoto o di notizia
e presentati come fatti reali. Ovviamente se le chiamiamo "leggende"
è perché fatti reali non sono. L'aggettivo "metropolitane"
o "urbane" o "contemporanee", come vengono anche chiamate,
indica che sono leggende dei nostri tempi, di una società urbanizzata,
per quanto non tutte necessariamente si debbano riferire a un contesto urbano.
Anche sul fatto che siano strettamente contemporanee si può discutere:
come vedremo, ci sono alcune leggende metropolitane raccontate oggi che hanno
radici nei secoli passati e che si presentano talora in forma quasi identica.
E' anche vero che il nome di "leggenda metropolitana" ci fa comunque
riflettere sul fatto che il tempo delle leggende non è finito. Si potrebbe
pensare, erroneamente, che una società tecnologicamente avanzata finisca
per togliere spazio alle leggende, che i progressi scientifici cancellino ciò
che scientifico non è. Non è affatto vero, e non solo per quanto
riguarda le leggende metropolitane. Affermazioni prive di ogni scientificità
continuano ad avere successo. Non solo: alcune leggende metropolitane nascono
proprio dalle nuove tecnologie che possono non essere comprese e quindi generare
illusioni (si crede che possano fare cose impossibili) oppure timori. C'è
poi il tema della derisione di coloro che non riescono a mettersi al passo con
le nuove tecnologie.
Un esempio di leggenda metropolitana tecnologica. Magari l'avete già
sentita, raccontata come fatto reale oppure come barzelletta. Molte leggende
metropolitane sono comiche e il confine tra leggenda metropolitana e barzelletta
può essere semplicemente l'intento con cui viene raccontata: se è
raccontata come fatto reale è una leggenda metropolitana, se è
raccontata come storia inventata è una barzelletta. Io l'ho sentita raccontare
come se fosse un fatto realmente accaduto. In questa storia una persona telefona
all'assistenza dicendo che si è rotto il portabicchiere del computer.
Il tecnico resta perplesso: non ha mai sentito di un computer con il portabicchieri.
"Ma sì" insiste il cliente "Il portabicchiere c'è.
Schiacci un tasto ed esce, lo schiacci ancora e rientra". A questo punto
il tecnico capisce che è il cassettino del cd / dvd. E' vero che la gente
riesce a farsi idee incredibili e quindi, forse, non si può escludere
in assoluto che qualcuno lo abbia veramente scambiato per un portabicchiere,
ma la frequenza con cui viene raccontata la storia, tanto che sembra che a tutti
i tecnici dei computer del mondo capiti un utente che fa questo errore di interpretazione,
rende il racconto decisamente poco credibile e ce lo fa classificare tra le
leggende metropolitane.
Di leggende metropolitane ne esistono moltissime. Come dicevamo, anche se sono
riferite come fatti reali, le leggende metropolitane sono dei racconti e come
tali rispondono a criteri letterari. Sono racconti che provengono dall'amico
di un amico, oppure notizie che sarebbero state pubblicate su qualche giornale,
ma non si riesce a identificare la fonte (ma può anche capitare che la
fonte si possa individuare e la notizia ci sia davvero sul giornale, perché
talvolta la stampa abbocca alle leggende metropolitane). Potremmo vedere nelle
leggende metropolitane dei generi, come nella letteratura, nei film, nei fumetti.
Il punto fondamentale è che la leggenda deve contenere un elemento che
la rende piacevole da raccontare e da ascoltare.
Ci sono le leggende metropolitane dell'orrore, macabre, con richiami al paranormale. Una delle più famose è quella dell'autostoppista fantasma. Una persona (in genere un uomo) sta andano in auto quando vede una bella ragazza, di solito vestita di bianco, che fa l'autostop. La fa salire e la porta a casa. Poi decide di tornare a trovarla, ma quando arriva alla casa ha una sorpresa. Trova i genitori che gli dicono che la ragazza è morta da molto tempo. Oppure la casa è abbandonata e i vicini gli dicono che è così da anni e che in effetti una volta ci abitava una ragazza che era morta. Insomma, a fare l'autostop era un fantasma. Spesso c'è anche l'elemento di conferma: la casa è in stato di abbandono evidente, con polvere e ragnatele, ma si vedono le tazzine del caffè che la ragazza gli ha offerto dopo che l'ha portata a casa. Oppure è rimasta da qualche parte la sciarpa della ragazza. Possono esserci delle varianti: capita spesso con le leggende, e anche con quelle metropolitane. Una variante è stata raccontata alla trasmissione televisiva "Voyager", uno dei maggiori veicoli per la pseudoscienza e le affermazioni infondate. In una puntata del programma si raccontava che a Chicago un automobilista aveva dato un passaggio a una ragazza che era scesa in prossimità di un cimitero. L'automobilista aveva poi trovato, in quel cimitero, la tomba della ragazza a cui aveva dato il passaggio, scoprendo così che era già morta da tempo. Per par condicio parliamo male anche della trasmissione simile della concorrenza, cioè "Mistero", che ha raccontato un'altra versione della leggenda. Una donna vede una bambina ai margini della strada. Preoccupata perché la bambina è in giro per strada a tarda sera, la carica in auto, si fa dire dov'è casa sua e la porta là. Bussa alla porta e, quando sentono la storia, i genitori urlano e minacciano di chiamare la polizia: la bambina era morta tempo prima. Fin qui è una versione della leggenda dell'autostoppista fantasma. Poi c'è un seguito, piuttosto macabro, che racconta che la bambina era su uno scuolabus che era stato investito da un treno e i bambini che erano a bordo sarebbero morti. La leggenda dice che a quel passaggio a livello un'auto che si fermi viene spinta da presenze invisibili (che sarebbero i bambini dello scuolabus) via dai binari. Sul paraurti si vedrebbero i segni delle manine. Lasciando l'auto in folle dove c'è questo passaggio a livello, il veicolo sembra muoversi in salita. Qui abbiamo a che fare con il fenomeno delle cosiddette "salite in discesa" o "magnetic hills". In realtà, il magnetismo non c'entra. E' un fenomeno ottico. La strada sembra leggermente in salita a causa degli elementi che ci sono in quella zona, ma in verità è leggermente in discesa. L'auto lasciata in folle, quindi, non sale, ma, come ci si deve aspettare, scende. Ci sono strade così anche in Italia. Sembrano in effetti delle piccole salite, ma, come si può verificare con opportune misure, è un'illusione ottica e sono in realtà in discesa. Una triste vicenda come quella dell'incidente dello scuolabus è avvenuta realmente, ma altrove, ed è stata probabilmente riutilizzata per costruire la leggenda.
Ci sono leggende metropolitane che si legano alla protesta contro qualche forma
di autorità, dalla polizia ai politici fino alla gestione delle ferrovie,
che agisce contro il cittadino e viene schernita dalla leggenda. Una di queste
storie è quella della lettera delle cimici. Questa leggenda
racconta di una persona che prende una cuccetta in treno e la scopre infestata
dalle cimici. Dopo lo sgradevole viaggio, decide quindi di lamentarsi e manda
una lettera di protesta. Riceve quindi una risposta che dice: "Caro viaggiatore,
siamo molto rammaricati di ciò che le è successo. Il fatto ci
ha lasciato perplessi perché la nostra azienda tiene molto agli standard
di qualità del servizio. Abbiamo già dato disposizioni per verificare
cosapuò essere andato storto in questa occasione e di disinfestare la
carrozza che lei ci ha indicato. Faremo in modo che questo episodio isolato
non si ripeta mai più". Una risposta pronta e gentile, dunque, ma
nella busta la persona trova anche, attaccato a questa lettera con un fermaglio
(oppure, in versione più moderna, un post it), un appunto per la segretaria
che ha scritto la lettera. L'appunto dice: "Manda anche a quest'altro idiota
la solita lettera delle cimici".
La "lettera delle cimici" pronta per essere spedita è una leggenda
metropolitana, ma può capitare che appunti che non si intendeva mandare
al destinatario siano per errore infilati nella lettera di risposta. Un caso
molto antipatico è capitato proprio dalle nostre parti nel 1996. La presidente
dell'associazione "La nostra famiglia", che si occupa di persone disabili,
aveva mandato una lettera ad alcuni politici e da uno di questi aveva ricevuto
una risposta formale. Nella busta, però, per una disattenzione, era stata
messa anche la lettera a cui si rispondeva e sulla quale erano appuntate espressioni
prive di rispetto per l'associazione e la presidente.
Un'altra categoria di leggende metropolitane è quella delle storie sulle
celebrità. Su qualunque personaggio che diventi un po' famoso nascerà
facilmente qualche storia non proprio del tutto reale. Di leggende su musicisti,
attori e altri si potrebbe parlare per un'intera serata e oltre (ne ha parlato
Fabio Caironi nella serata a Parè
- Caironi è anche autore di un libro sulle leggende metropolitane della
musica intitolato Storie stonate). Una delle leggende più note
riguarda i Beatles e il loro bassista Paul McCartney. Secondo
una voce che, incredibilmente, ha moltissimi sostenitori, Paul McCartney sarebbe
morto il 9 novembre del 1966. Naturalmente la domanda di chi non conosce la
leggenda sarà: "ma come possono dire che è morto se è
ancora in giro?" La leggenda dice che, quando è morto, i Beatles,
che non volevano perdere colpi nella strada verso il successo, hanno pensato
bene di nascondere l'accaduto e sostituirlo con un sosia. Naturalmente suona
strano che si possa trovare uno che gli assomigli tanto, che abbia una voce
simile, che sappia suonare il basso, ma la leggenda ci passa sopra. Ci sarebbero
un'infinità di indizi che lo rivelerebbero. Se dovessimo riferirli tutti
ci vorrebbero ore e ore. In molti si sono scatenati a cercarli. La leggenda
racconta che i Beatles, e in particolare John Lennon, avrebbero messo nelle
copertine degli album, ma anche nei testi delle canzoni, degli indizi che facevano
capire che McCartney era morto. Sono tantissimi. Si può vederli, per
esempio, in un libro di Glauco Cartocci. Sono tantissimi. Alcuni, va detto subito,
sono ridicoli. Altri in effetti colpiscono. Come spiegarli? Ci sono, come detto,
quelli che pensano che McCartney sia davvero morto e sia stato sostituito da
un sosia. Ovviamente non è il massimo della credibilità. Stando
alle spiegazioni razionali, ci sono due punti di vista. Il primo è che
gli indizi ci siano davvero e che siano stati messi appositamente dai Beatles
per farsi pubblicità (anche se non è che avessero un gran bisogno
di inventarsi un trucco del genere per far parlare di loro) o come scherzo.
L'ipotesi può stare in piedi. L'altra ipotesi è che i presunti
indizi siano semplicemente coincidenze. L'obiezione che a quest'ultima ipotesi
possono fare i sostenitori delle altre due, cioè quella, folle, che McCartney
sarebbe morto davvero e quella razionale che gli indizi sarebbero stati messi
dai Beatles, è che ci sono troppi indizi e non si può pensare
che siano solo coincidenze (anche chi pensa che ci siano indizi messi appositamente,
può ritenere che comunque una parte, anche ampia, dei presunti indizi
sia in realtà senza fondamento).
C'è qualcuno, troppo zelante, che ha trovato indizi persino in album
usciti prima della data della presunta morte. Insomma, se proprio si vuole trovare
un indizio, lo si trova (tanto più in copertine piene di dettagli come
quella di Sgt Pepper), e questo può essere un pnto a favore
dell'ipotesi di chi crede si tratti solo di coincidenze.
Nell'immagine qui sotto c'è uno degli indizi più spettacolari
e più citati.
I ONE IX HE ^ DIE
da Brian Moriarty, Who buried Paul? (qui)
Se si prende uno specchietto e lo mettete a metà della grancassa al
centro della copertina di Sgt Pepper lungo la metà della scritta "LONELY
HEARTS", la parte superiore delle lettere si specchia e si può leggere
"I ONE IX HE DIE". La prima I è interpretata come un 1 in cifre
romane, "one" è uno in inglese, IX è il numero nove
in cifre romane. Quindi avremmo 1, 1 e 9, che vengono interpretati come 11/9
ovvero (nell'ordine inverso, rispetto al nostro, che si usa nei paesi anglosassoni)
il 9 novembre. "HE DIE" è ovviamente "lui muore"
o "è morto" (in realtà manca una S, o una D, finale).
Inoltre il rombo che si vede tra HE e DIE viene interpretato come una freccina
che indica colui che è morto e infatti sopra c'è proprio McCartney.
Può apparire poco probabile che sia solo una coincidenza, ma in effetti
non è facile valutare la probabilità di un caso come questo. Se
si tira una moneta, è facile valutare che la probabilità che esca
testa (o croce) è 50%. Nel caso della scritta non è così
evidente. Un indizio che, comunque, ci può suggerire che le coincidenze
sono più probabili di quanto a prima vista potremmo valutare l'abbiamo
già citato: sono stati visti "indizi" anche nei dischi precedenti
alla data da cui la loro disseminazione sarebbe cominciata. Tempo fa avevo provato
a fare un altro tipo di prova. Se gli indizi sono coincidenze che diventano
indizi nell'occhio di guarda, vediamo se li si trova anche per altri gruppi
musicali. Ho fatto una prova con il mio gruppo preferito, i Clash, fingendo
che anche il loro bassista, Paul Simonon, fosse morto "di nascosto",
collocando l'evento dopo la registrazione di Give 'em enough rope e
prima della pubblicazione di tale album. Ho fatto il trucco dello specchietto
con la copertina di questo album, mettendolo a metà della scritta del
nome del gruppo (esistono due versioni della copertina, con diversi caratteri:
quella usata per il gioco dello specchietto è quella con i caratteri
che richiamano graficamente gli ideogrammi cinesi).
Capovolgendo poi orizzontalmente la scritta, le prime lettere compongono in
cirillico la scritta HE ЖIB (ne iv), ovvero "non vivo"
in russo. Il segno dopo potremmo anche leggerlo come un 3 che, come il presunto
3 sulla grancassa dei Beatles nel libretto allegato a Magical Mystery Tour,
indicherebbe che i membri del gruppo da quattro son diventati 3. In fondo c'è
una croce (e sotto c'è anche l'immagine di un cadavere). In realtà
la I russa dovrebbe essere diversa (c'era nel vecchio alfabeto cirillico una
I come la nostra, ma è stata abolita), ma visto che nella scritta ricavata
dal disco dei Beatles mancava la S (o D), ci permettiamo un piccolo trucco anche
qui. Per evitare equivoci, preciso: non è che voglio dire che Simonon
è morto nel 1978: al contrario vorrei far vedere che se uno proprio va
a cercare "indizi", li trova ovunque.
Un'altra copertina importante nella leggenda di McCartney è quella di
Abbey Road. L'immagine mostra i quattro Beatles che attraversano la
strada. McCartney è il secondo da sinistra. I cacciatori di indizi ne
hanno trovati molti qui. Tutti hanno più avanti il piede sinistro tranne
McCartney che ha più avanti il destro. Tutti indossano le scarpe tranne
McCartney che è scalzo. Ovviamente qualcuno ha trovato che in una certa
cultura i morti sono seppelliti scalzi. Il fatto è che per qualunque
cosa ci sarà una certa cultura che dà un certo significato. E'
come nel caso dei colori: in una cultura o nell'altra, un colore sarà
legato alla morte, che sia il rosso, il viola, il nero, il bianco. Un altro
famoso indizio è relativo al Maggiolino che si vede dietro, con la targa
che comincia con 28 IF, interpretato come "28 anni se (if) non fosse morto".
In realtà McCartney ai tempi di Abbey Road ne aveva 27, ma ovviamente
i cacciatori di indizi non si arrendono e dicono: "be', però dal
momento del concepimento erano 28". Altro indizio: McCartney era mancino,
ma nella foto tiene la sigaretta con la mano destra. Quindi, per i sostenitori
della leggenda, deve essere senza dubbio un sosia.
Andiamo allora a vedere la copertina di Combat rock dei Clash, dove
vediamo Paul Simonon, che è destro, che tiene la sigaretta con la sinistra.
Un sosia anche lui? Ne ha anche una dietro l'orecchio, ma per questa posizione
non abbiamo riscontri nella casistica della leggenda della morte di McCartney...
Sulla copertina di London Calling c'è la foto più famosa
di Paul Simonon, quella scattata al Palladium di New York il 21 settembre 1979
mentre sta per sfasciare il basso sul palco. Un bel basso del valore di centinaia
di euro e che, rotto e reso inutilizzabile, ne vale... certamente molti di più,
come protagonista di una delle più famose foto della storia del rock.
Un momento di follia entrato nella storia della musica. Il titolo dell'album,
in lettere verdi e rosa, richiama chiaramente la grafica di un disco di Elvis
Presley, sul quale c'è la nota leggenda metropolitana che abbia inscenato
la sua morte e sia invece ancora in giro. Non sarebbe l'unico: anche Jim Morrison
avrebbe soltanto finto di morire. E' stato detto anche di Michael Jackson. E'
una leggenda ricorrente.
Esistono molte leggende metropolitane su sostanze pericolose che, in realtà, pericolose non sono. C'è per esempio la leggenda metropolitana delle scie chimiche, secondo la quale nelle scie di condensazione degli aerei ci sarebbero sostanze pericolose messe appositamente. Ormai questa leggenda sta prenendo i caratteri di una pseudoscienza. Ci hanno fatto anche documentari. E' una leggenda che sfugge a osservazioni banali, per esempio quella che se volessero diffondere sostanze velenose attraverso le scie degli aerei, tanto per cominciare, farebbero i voli di notte e non di giorno, in modo da farsi vedere da chi poi scrive nel sito che sono scie dannose. D'altra parte, le leggende metropolitane prosperano anche perché, a volte, la logica viene sospesa. E' stato l'argomento dell'intervento di Simone Angioni nella conferenza di Parè.
Una sostanza che tutti ben conoscete è la Coca Cola.
Su questa bevanda gira una quantità enorme di leggende. E' stato creato
addirittura il termine coke-lore, ovvero il folclore della Coca Cola. Per esempio,
una leggenda dice che se si mette una moneta, un chiodo, un dente o un pezzo
di carne. Una versione di questa leggenda mi è stata raccontata nel periodo
in cui ero sotto gli obblighi di leva. Era arrivato quello che la sa lunga e
aveva detto che mettendo una moneta nella Coca Cola si sarebbe sciolta in una
notte. Io ho detto: "Va bene, facciamo la prova". Ho preso un bicchiere
di plastica (non si sarebbe dovuto sciogliere anche prima della moneta?), ci
ho versato un po' di Coca Cola e ci ho messo una moneta. Anche dopo una settimana
la moneta ovviamente era ancora lì. E' vero che potrebbe danneggiare
i denti, ma uno dovrebbe berne davvero tantissima e non lavarsi mai i denti.
Però se uno non si lava i denti per tutta la vita qualche problema ce
l'avrà anche senza Coca Cola.
Un'altra leggenda sulla Coca Cola che mi è stata raccontata quando ero
al servizio dello Stato è che bevendola accompagnata da un'aspirina si
avrà un effetto un po' allucinogeno. Anche questa non ha fondamento.
Ancora peggio sarebbe stato bere Coca Cola e mangiare le caramelle Pop Rocks.
Una reazione chimica avrebbe avuto come risultato quello di fare scoppiare lo
stomaco. Si faceva pure il nome di una vittima famosa, il bambino Mikey, protagonista
di una pubblicità. Il personaggio era scelto bene, perché era
ben conosciuto come protagonista della pubblicità, ma poi in realtà
nessuno sapeva chi era e cosa aveva fatto dopo la pubblicità. Anche se
lo avessero visto anni dopo, non sarebbe più stato un bambino e non lo
si sarebbe riconosciuto. A un certo punto, le Pop Rocks furono anche ritirate
dal commercio, il che fu visto dai sostenitori della leggenda come una prova
che erano davvero pericolose. In realtà, sono state poi rimesse in commercio
con un altro nome e in seguito ancora come Pop Rocks. Nonostante la popolarità
della voce (tra l'altro i Green Day hanno intitolato una canzone Poprocks
& Coke, anche se il testo non parla di questa leggenda), nessuno stomaco
è mai esploso per questa miscela.
In tempi più recenti, la leggenda è proseguita con le caramelle
Mentos al posto delle Pop Rocks. In questo caso la vittima sarebbe un ragazzo
brasiliano cui sarebbe esploso lo stomaco come a Mikey con le Pop Rocks. Qualcosa
di vero c'è: se si mettono le Mentos nella Coca Cola si verifica davvero
una reazione chimica che causa un getto della bevanda come lo spruzzo di una
fontana. L'effetto più potente si ottiene con la versione senza zucchero,
con altri dolcificanti (Coca Cola Light). Gli spruzzi sono alti e spettacolari
e sono stati persino organizzati record per il maggior numero di fontane con
Coca Cola e Mentos. Gli esperti in materia consigliano doppiamente la versione
senza zucchero, primo perché produce getti più alti, secondo perché
è poi più facile da pulire e le tracce lasciate sono meno appiccicose.
La reazione, dunque, è vera e facilmente verificabile. Che possa fare
esplodere lo stomaco, invece, non è vero.
[intervento dal pubblico: "Un mio amico ha provato a bere Coca Cola
e mangiare Mentos insieme, ma l'unico risultato è stato un rutto sonoro"]
Anche esagerando con le dosi, invece di far pressione sulle pareti dello stomaco
fino a romperle, al limite il liquido dovrebbe risalire per l'esofago e uscire
dalla bocca (o dal naso) e ciò sembra confermato dalla testimonianza
di qualcuno che ha voluto provare su di sé: l'esperienza non sembra essere
stata affatto gradevole, quindi non provateci.
[intervento dal pubblico: "E state a distanza da chi fa la prova"]
[altra persona del pubblico: "Ma è vero che può sciogliere
un pezzo di carne in una notte, come si racconta?"]
In una notte no di certo. E' verò però che contiene acido ortofosforico.
Quanto può avere effetto e in che tempi? Si può fare una prova.
Dallo stomaco che esplode passiamo agli animali nello stomaco.
Quando abbiamo preparato il manifesto del ciclo di conferenze, un lettore della
biblioteca, vedendo il titolo che parlava di "rane nello stomaco",
mi ha detto che ricordava una persona che mangiava le rane vive, ma prima tagliava
loro le zampe per evitare che risalissero su per la gola. Appena ha finito di
raccontarla, però, ha osservato che, in effetti, non glielo aveva mai
visto fare e che magari poteva essere anche questa una leggenda metropolitana.
Anche a me hanno raccontato, quando ero bambino, che c'era una persona che faceva
la stessa cosa. Che fosse una moda diffusa? Oppure è, appunto, una leggenda
metropolitana.
[Facendo riferimento all'espressione di una persona del pubblico:] Eh,sì,
qualche leggenda è un po' schifosa...
Ci sono poi le storie di animali (in particolare rane e serpenti) che crescono
nello stomaco di qualche persona girano da secoli.
Una leggenda dice che a Nerone sarebbe cresciuta una rana nello stomaco sino
al momento in cui l'avrebbe "partorita" attraverso la bocca. Secondo
la leggenda, il nome Laterano sarebbe legato a questo evento (latet rana)
- ovviamente è anche questa una leggenda.
Una leggenda nordica racconta di una ragazza la cui pancia si era ingrossata:
i maligni avevano già cominciato a insinuare che si trattasse di una
gravidanza non programmata. Un re che passava da quelle parti, però,
aveva capito che non di gravidanza si trattava, ma di un serpente che stava
crescendo nella pancia della sfortunata ragazza. Il re aveva quindi consigliato
alla giovane di non bere per un lungo tempo e di recarsi poi presso una cascata.
Il serpente, assetato, sarebbe risalito e spuntato fuori dalla bocca e lo si
sarebbe potuto prendere ed estrarre.
Ci sono state diverse persone divenute celebri per aver vomitato rane o altri
animali che sarebbero cresciuti nel loro stomaco. Uno dei più famosi
è Theodorus Döderlein, un ragazzino che alla fine del '600 vomitava
rane, serpentelli e altre bestiole (è il protagonista dell'immagine all'inizio
della pagina, tratta da Bondeson 1997, p.37). Ha proseguito il suo spettacolo
finché è arrivato un medico che ha annunciato di avere il rimedio
per questo problema: far bere un bel boccale di urina di cavallo. Il povero
Theodorus dovette subire la cura e, dopo di ciò, non vomitò più
nessun animale. Quindi le ipotesi sono due: o l'urina di cavallo guarisce da
questa strana malattia che fa generare bestiole nello stomaco oppure Theodorus
era un birbone che usava qualche trucco, ma, di fronte alla prospettiva di una
nuova dose del rimedio, ha deciso di porre fine al suo spettacolo.
Ambroise Paré, famoso medico francese del XVI secolo, diceva che aveva
una volta incontrato una donna che diceva di avere un serpente nello stomaco.
Le aveva quindi proposto di estrarlo, ma lei aveva confessato che fingeva. Dopo
un po', però, l'aveva di nuovo vista mentre faceva il suo spettacolo.
Un altro esempio è un tale Frank Williams che raccontava che, quando
era stato in Giamaica, aveva bevuto da una pozza d'acqua e aveva sentito scendere
qualcosa giù per la gola. Guardando nell'acqua, aveva visto dei serpentelli.
Un po' spaventato, era andato da un medico che gli aveva dato un emetico. Aveva
vomitato e si era tranquillizzato. Dopo un po' di tempo aveva però cominciato
a sentire qualcosa nello stomaco: era un serpente che era cresciuto là
dentro. Un medico gli aveva proposto un'operazione chirurgica, ma lui aveva
rifiutato. Allora avevano posto del latte per attirare fuori, attraverso la
bocca, il serpente (quella dei serpenti che verrebbero attratti dal latte e
che ne sarebbero ghiotti è una diffusa leggenda). Così Williams
sarebbe riuscito a liberarsi del serpente. In fondo a un articolo che parlava
di ciò si dava anche notizia che invece a un'altra persona era andata
male: nel suo caso si trattava di una lucertola e, salendo su per la gola, gli
aveva impedito di respirare e provocato convulsioni. L'uomo sarebbe morto.
Gli esempi sono tanti. Qualcuno ha voluto capirci qualcosa di più. Uno
studioso tedesco, Arnold Adolph Berthold, aveva osservato che se si prendeva
una rana e la si metteva a una temperatura come quella che c'è all'interno
del corpo umano, la rana moriva. Un altro elemento che faceva pensare che c'era
qualche trucco era che una dissezione, dopo che erano state vomitate, di rane
che sarebbero nate e cresciute nello stomaco aveva mostrato che nel loro stomaco
c'erano insetti: dove li avrebbe trovati?
Un altro studioso che si occupò di queste storie fu l'americano John
Call Dalton (da non confondere con John Dalton, inglese, noto per gli studi
su quello che da lui ha preso il nome di daltonismo). Dalton pensò che
un animale che finisse nello stomaco, anche se vivo, sarebbe comunque stato
attaccato dai processi digestivi. Aveva fatto un esperimento un po' crudele.
Prese lumache e rane e le infilò in bocca a un cane facendole finire
giù per la gola senza che le masticasse uccidendole. Dopo un po', uccise
il cane e aprì lo stomaco: rane e lumache erano già morte, attaccate
dai succhi gastrici. Questo toglieva il terreno alla leggenda. Lo stomaco non
è certo un posto adatto per farvi crescere ranocchie e serpentelli. La
produzione di acido cloridrico, pepsina e altro lo rende un ambiente per questi
animaletti. Anche se vi finissero dentro vivi, verrebbero digeriti come viene
digerita la carne che mangiamo. I succhi gastrici non fanno caso se quel che
attaccano è vivo o morto.
Fino a qualche decennio fa, avremmo potuto concludere così l'argomento.
Invece possiamo continuare presentando un genere di rane australiane, Rheobatrachus.
Se ne conoscono due specie, R. silus e R. vitellinus. Sfortunatamente,
non molto tempo dopo la loro scoperta, non se ne sono più trovate e sono
state dichiarate estinte. Mentre si studiava questa ranetta sino ad allora sconosciuta,
una femmina, afferrata, ha proiettato fuori dalla bocca dei girini. La cosa
era curiosa, ma per gli esperti di anfibi poteva non apparire così strana.
In effetti, già si conosceva il Rhinoderma darwinii, una rana
che ha un metodo di gestazione insolito: la femmina depone le uova, il maschio
le prende in bocca, tenendole nelle sacche vocali che negli anifibi anuri servono
solitamente per amplificare il gracidio. Quando i figli sono un po' svezzati,
li rilascia nell'ambiente. Che anche Rhoebatrachus (anche se femmina,
invece che maschio come per Rhinoderma darwinii) facesse lo stesso?
Proseguendo gli studi, però, si èscoperto che non venivano dalle
sacche, ma proprio dallo stomaco. A prima vista sembrerebbe assurdo: abbiamo
appena visto i motivi per cui non dovrebbero sopravvivere in uno stomaco. C'è,
però, una spiegazione. Rheobatrachus fa le uova e le inghiotte.
Le uova sono coperte da una sostanza che contiene prostaglandina E2 che ha l'effetto
di inibire la produzione di succhi gastrici. Lo stomaco, senza la produzione
dei succh, diventa quindi una cavità ospitale per uova e girini, fino
alla metamorfosi in ranocchi. In caso di pericolo, la femmina può espellere
anticipatamente i girini,come era successo quando era stata maneggiata nel caso
citato prima. La femmina non mangia per tutto il periodo della gestazione, che
per un anfibio non è un problema eccessivo: possono resistere lunghi
tempi senza mangiare (e la gestazione è ovviamente più breve che
nelle donne). Mentre i girini crescono, lo stomaco, per contenerli, si dilata
al punto da comprimere i polmoni rendendoli inutilizzabili. Neppure questo,
comunque, è un guaio insormontabile per un anfibio: gli anfibi, allo
stadio adulto, respirano con i polmoni, ma anche attraverso la pelle (respirazione
cutanea). C'è una famiglia di salamandre, i pletodontidi, che addirittura
i polmoni non li hanno neppure e respirano solo attraverso la pelle. La ranetta
australiana ha reso vera quella che era solo una leggenda.
Rheobatrachus silus
(da ThinkQuest)
La scoperta del Rhoebatrachus è stata sfruttata anche dagli antievoluzionisti, che hanno cercato di farne un argomento contro la teoria dell'evoluzione, dicendo che non è possibile pensare che le uova di questa rana producessero per caso proprio la sostanza che permetteva loro di non essere digerite e distrutte se ingoiate, dando vita a questo peculiare metodo di gestazione. E', però, un argomentazione fasulla, perché dà per scontato che la produzione di prostaglandina E2 sia da mettere necessariamente in relazione con la gestazione gastrica. Invece, la produzione di tale sostanza può essere stata favorita dalla selezione naturale per altri motivi (sembra abbia un ruolo nella formazione dello stomaco nei girini) e poi casualmente è riuscita favorevole anche per permettere quel tipo di gestazione. E' quello che in termini scientifici viene chiamato "preadattamento", termine che peraltro non piace a tutti perché sembra indicare che abbia come fine l'adattamento "vero" successivo. Invece, la selezione ne ha favorito dapprima un uso e poi un altro: per esempio, le zampe dei dinosauri da cui si sono poi evoluti gli uccelli si sono sviluppati perché servivano come zampe, non certo perché in futuro sarebbero servite agli uccelli trasformate in ali. Un antievoluzionista ha anche fatto confusione scrivendo che è impensabile l'adattamento del Rheobatrachus di immagazzinare acqua e seppellirsi nella sabbia del deserto: non si vede perché tale adattamento debba essere impossibile e, comunque, non è un adattamento del Rheobatrachus, ma di altre rane australiane come Cyclorana. Curiosamente, questa persona fa riferimento al sito della Korean Association for Creation Research che, però, al di là delle interpretazioni, almeno attribuisce la "stranezza" giusta, cioè quella della gestazione gastrica, al Rheobatrachus.
[Intervento del pubblico:] C'è anche il modo di dire "avere
le rane nello stomaco" per indicare che uno è in ansia, per esempio
per un esame.
[Altra persona:] Io lo sapevo nella versione "avere le farfalle nello stomaco".
[Intervento del pubblico:] A proposito di serpenti attratti dal latte, ricordo quello che mia nonna mi diceva, e non credo che sia una leggenda metropolitana. I miei nonni erano partiti dalla Dalmazia, poi sono andati in Sudamerica e poi in Svizzera, dicevano che in Sudamerica avevano avuto un bambino che, però, non cresceva. Si sono accorti che, quando lo lasciavano nella culla da solo, un serpente si avvicinava e gli faceva rigurgitare il latte per berlo.
Le leggende a volte sono raccontate in perfetta buona fede. In realtà,
però, i serpenti non bevono latte. Se entrano nelle stalle non è
per il latte, è probabilmente per cercare un rifugio nella paglia o per
cacciare i topi. Può essere, però, che vederli lì sia sembrato
una conferma che erano attratti dal latte. Nel caso citato, può essere
che il bambino avesse rigurgitato il latte per altra causa e che casualmente
il serpente fosse capitato lì vicino, facendo credere che fosse successo
a causa del rettile. Una testimonianza può essere sincera, ma condizionata
da una errata interpretazione di quanto visto. La contiguità nello spazio
può fare credere erroneamente a un rapporto di causa ed effetto.
Storie come questa sono comunque molto diffuse. Ce n'è anche una versione
in cui il serpente si attaccava al seno della madre che allattava, mettendo
la coda in bocca al bambino per fargliela succhiare ed evitare che si mettesse
a piangere richiamando l'attenzione. Su serpenti e latte c'è un vasto
folclore. Anche qui a Moltrasio si parlava della tettavacch, il serpente
che succhia il latte dalle mammelle delle mucche. Anche in questo caso, la leggenda
può trarre forza dall'aver visto qualche serpente che, ovviamente per
altri motivi, era entrato in una stalla.
C'è anche un uccello che è chiamato succiacapre proprio perché
si dice che si avvicini alle capre (o altro bestiame) per succhiare il latte.
In realtà potrà essere semmai interessato agli insetti che volano
intorno al bestiame.
[Intervento del pubblico:] A proposito del fantasma che fa l'autostop, 15 o 20 anni fa, sulla "Domenica del Corriere", era stata pubblicata una storia che ricordo ancora perché mi aveva colpito moltissimo e fino a questa sera l'avevo considerata autentica. Raccontava del fantasma di una donna vestita di nero che in Croazia faceva l'autostop. Non ricordo se il giornalista l'avesse incontrata proprio lui o se avesse raccolto l'informazione da qualcuno. Si diceva che non fosse capitato una sola volta: sempre questa donna, sempre nello stesso punto della strada, faceva l'autostop, l'autombolista si fermava, la faceva salire, parlavano per un po' e a un certo punto la donna scompariva. Poi, facendo delle ricerche, era saltato fuori che questa donna era morta in un incidente stradale, quindi di morte violenta, e non riusciva a trovare la sua direzione. Io, siccome l'ho letta su un giornale, l'ho considerata autentica, però adesso mi viene il dubbio.
E' una versione della leggenda dell'autostoppista fantasma. C'è una storia in cui un camionista entra in un bar con l'aria stravolta e il barista, notandolo, senza che il camionista dica nulla gli dice subito: "Ah, l'ha vista anche lei". E' una storia ricorrente.
[Intervento del pubblico:] Ho visto un programma televisivo in cui si parlava di dischi con messaggi incisi al contrario, anche inquietanti... faceva anche venire l'ansia!
E' la famosa storia del backmasking, l'incisione al contrario. Esistono
persone convinte che in certi dischi ci siano dei messaggi, in particolare inneggianti
a Satana o all'uso di droghe, incisi al contrario, in modo da influenzare subdolamente
le menti umane. C'è un primo problema: se è registrato al contrario,
la mente non lo coglie e quindi non ne può essere influenzata. La leggenda
sulla morte di McCartney, di cui dicevamo prima, contiene anche storie di messaggi
registrati alla rovescia. Queste storie si fondano su un fenomeno affine alla
pareidolia. La pareidolia è il fenomeno per il quale si vedono delle
forme conosciute in immagini che in realtà hanno dettagli casuali, come
quando, per esempio, si vede una nuvola e si nota che ha la forma di un coniglio.
Segni casuali sul muro ricordano il volto di Gesù o della Madonna o di
padre Pio. C'è anche una versione acustica del fenomeno: credere di sentire
parole in suoni. Si può pensare alle canzoni in inglese che vengono cantate
con testi completamente errati da persone che non capiscono le parole in inglese
e trovano assonanze con parole italiane.
C'è un caso di cui si è parlato nel forum di Bibliotopia. Riguarda
una canzone dei Queen che ha come titolo e ritornello Another one bites
the dust. Sentita al contrario, ne esce un suono che è stato interpretato
come "start to smoke marijuana" ("comincia a fumare marijuana").
In realtà, se ci si pensa un attimo, è ben difficile fare una
frase che sentita al contrario dica altre parole. E' interessante e divertente
che un utente del forum di Bibliotopia ha
segnalato come i suoi amici la cantano in modi diversi anche non al contrario,
così che per esempio "Another one bites the bust" diventa "Mi
lavo col Badedas". Se persino sentendola regolarmente in avanti si possono
sentire parole che non ci sono, figuriamoci che può accadere se viene
sentita a rovescio.
Esiste pure uno pseudo-centro culturale, il Centro culturale San Giorgio, che
è tutto preso da queste storielle. Il fondatore è finito a "Mistero"
a raccontare una serie di sciocchezze sull'argomento - su di lui possiamo pure
infierire, dato che il suo sito contiene anche affermazioni antisemite e quindi
possiamo sentirci liberi di parlarne male.
[Intervento dal pubblico:] E i messaggi subliminali?
L'argomento è stato molto discusso. Stando agli studi, i messaggi subliminali
non hanno il potere di influenzare le persone che viene loro talvolta attribuito
popolarmente.
Va ricordato che uno degli studi che ne avrebbero mostrato l'efficacia, quello
che sarebbe stato fatto da James Vicary nel cinema di Fort Lee, si è
rivelato fasullo. Vicary avrebbe inserito nel film alcuni fotogrammi, non recepibili
consciamente, che spingevano a mangiare popcorn e bere Coca Cola e il risultato
sarebbe stato un aumento delle vendite. Altri studiosi, però, hanno replicato
l'esperimento senza ottenere quei risultati. Alla fine, Vicary ha confessato
che si era inventato i dati. Si pensa addirittura che non abbia neppure fatto
il famoso esperimento al cinema, ma abbia semplicemente inventato la storia
e i numeri.
E' il bello della scienza. Altri possono replicare l'esperimento e, se non viene,
chiedere il perché. A volte può trattarsi anche di errori in buona
fede. E' possibile che il primo ricercatore abbia introdotto senza accorgersene
o non abbia notato un elemento che condiziona l'esperimento.
[Intervento dal pubblico:] Puoi farci un altro esempio di leggende metropolitane del mondo della musica?
Abbiamo detto della leggenda della morte di McCartney e accennato a quella
di Elvis Presley, la cui morte sarebbe, secondo la leggenda, fasulla. Anche
di Jim Morrison si dice che la morte sarebbe finta. C'è una serie di
leggende su musicisti che hanno fatto patti col diavolo, da Robert Johnson a
Mick Jagger. Nel caso di Jagger la leggenda chiama in causa anche la morte di
Brian Jones, che sarebbe stato sacrificato a Satana per ottenere il successo
per i Rolling Stones. Già di Mozart dicevano che avesse venduto l'anima
al diavolo.
Per quanto riguarda le nuove star della musica, gira una leggenda su Rihanna
che avrebbe ottenuto il suo successo grazie agli Illuminati. L'esistenza di
tale patto sarebbe dimostrata dal fatto che in un paio di copertine ha un occhio
coperto.
[Intervento dal pubblico:] Chi sono gli Illuminati?
Eh, sarebbe bello saperlo... Gli Illuminati sarebbero una specie di gruppo di potere occulto che dominerebbe il mondo. In effetti è esistita nel XVIII secolo una società segreta con questo nome, gli Illuminati di Baviera, la cui influenza sulle sorti mondiali è stata pari a zero. Ci sono personaggi che parlano di un grande complotto degli Illuminati. Uno dei sostenitori di questa leggenda è David Icke, uno che, tra l'altro, dice che i membri della famiglia reale inglese sono in realtà alieni rettiliani sotto mentite spoglie. Icke, che è stato un portiere in una squadra di calcio inglese, ha poi scoperto una nuova vena come complottista. Vede complotti da tutte le parti e dietro tutti questi complotti ci sarebbero gli Illuminati che avrebbero in mano governi, banche... che, poi, chiunque abbia un conto in banca sa che non c'è bisogno degli Illuminati per pensare a un complotto contro di noi...
[Intervento del pubblico:] C'è anche la leggenda del ponte del diavolo.
Qui siamo forse più nel campo delle leggende tradizionali che delle leggende metropolitane. La storia racconta che la gente di un paese non riesce a fare un ponte. Arriva un misterioso costruttore e riesce nell'intento. Il costruttore è, però, il diavolo e il prezzo da pagare è l'anima del primo che passerà sul ponte. Il diavolo sarà anche furbo, ma pure gli uomini stupidi non sono e mandano per primo sul ponte un animale.
[Intervento del pubblico:] L'ho sentita raccontare l'altro giorno, quando
ero vicino a Gorizia: lì il diavolo chiedeva tre anime.
FONTI:
Autostoppista fantasma: Cesare Bermani, Il bambino è servito : leggende metropolitane in Italia, Bari : Dedalo, 1991, pp.389-390, 397-398; Laura Bonato, Trapianti sesso angosce : leggende metropolitane in Italia, Roma : Meltemi, 1998, pp.91, 96, 98-101; Con l'anticrimine a caccia di fantasmi, "Voyager", Rai Due, 5 gennaio 2011 (riassunto sul forum di Bibliotopia qui); Fantasmi: i bambini del treno, "Mistero", Italia 1, 1 marzo 2011 (riassunto sul forum di Bibliotopia qui); Barbara Mikkelson, Helping hands, "Snopes", 16 gennaio 2007 (qui).
Lettera delle cimici: Jan Harold Brunvand, Sarà vero? : leggende metropolitane di tutto il mondo, Milano : Pan, 2001, pp.171-172; Robert Loren Fleming e Robert F. Boyd, Il grande libro delle leggende metropolitane, Pavona : Magic Press, 1998, p.177; Barbara Mikkelson, The bedbug letter, "Snopes", last updated 22 aprile 2011 (qui). Caso del consigliere regionale: Claudio Schirinzi, Lettera con insulti, La Russa tradito dal dialetto, “Corriere della Sera”, 3 febbraio 1996, p.35.
"Morte" di Paul McCartney: Giorgio Castiglioni, La "morte" di Paul McCartney, "Mah", n.6, dicembre 2006, pp.1-4 (qui).
Leggende sulla Coca Cola: sezione Cokelore su "Snopes" (qui); Bonato, Trapianti sesso angosce, cit., pp.106-112; Brunvand, Sarà vero? : leggende metropolitane di tutto il mondo, cit., pp.117-118. Con le Pop Rocks: Barbara Mikkelson, Death of Little Mikey, "Snopes", ultimo aggiornamento: 20 gennaio 2007 (qui); Pop Rocks history (qui). Con le Mentos: Barbara Mikkelson, Non compos mentos, "Snopes", 9 novembre 2006 (qui); Hazel Muir, Science of Mentos-Diet Coke explosions explained, New Scientist.com, 12 giugno 2008 (qui).
Animali nello stomaco: Jan Bondeson, A cabinet of medical curiosities, London : Tauris, 1997, pp.26-50; A black snake in a man's stomach, "Thomsonian Recorder", 2 (1833-1834), p.183 (qui); Dr Mandt of St Petersburg, Singular case of a living snake in the stomach, "The British and foreign medical review", VIII, july-october 1839, p.257 (qui).
Serpenti bevuti e cresciuti nello stomaco: Bermani, Il bambino è servito, cit., pp.185-190; Bonato, Trapianti sesso angosce, cit., pp.117, 125; Berger Evans, Storia dei luoghi comuni, Milano : Longanesi, 1948, p.114; Fleming e Boyd, Il grande libro delle leggende metropolitane, cit., p.45. Leggenda analoga con uova di polpo: Evans, Storia dei luoghi comuni, cit., p.114; Fleming e Boyd, Il grande libro delle leggende metropolitane, cit. p.77.
Nerone e la rana: [Giacomo da] Voragine, Legendario delle vite di tutti li santi approbati dalla S. Romana Chiesa, tr. it. di Nicolò Manerbio, Venezia : Stephano Zazzera, 1565, p.161; Kaiserchronik (metà XII sec.) cit. in Hilário Franco, Nel paese di Cuccagna, Roma : Città Nuova, 2001, p.181.
Rheobatrachus: The gastric brooding frog, a cura di Michael J. Tyler, Beckenham : Croom Helm, 1983; Michael J. Tyler, Australian frogs : a natural history, Ithaca : Cornell University Press, 1998, pp.138-139. Per un esempio di indevita interpretazione antievoluzionista, si può vedere Paula Weston, Frogs : Jeremiah was not a bullfrog, "Creation ex nihilo", 22 : 2 (2000), pp.28-32 (qui). L'articolo antievoluzionista che attribuisce un erroneo adattamento a R. silus è Woong Sang Lee, The Creative Mysteries of the Frog (qui), mentre la pagina citata della Korean Association for Creation Research è qui.
Giorgio Castiglioni, bibliotecario a Parè e Moltrasio,
è redattore di "Mah".
Comunicazioni: mah.giorgio AT gmail.com