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LEGGENDE IN BIBLIOTECA

LA STORIA DI ZVAN FORT

In Emilia Romagna si racconta la storia del ciabattino Zvan fort (Giovanni il forzuto). Zvan, vedendo posarsi sulla ricotta che ha appena comprato un nugolo di mosche, sbatte una pietra sul formaggio uccidendo più di cinquecento mosche. Ritenendola un'impresa degna di essere celebrata, scrive su un cartello che ha fatto cinquecento vittime con un solo colpo, se lo mette al collo e gira per il mondo. Gli abitanti di un paese, credendo che il numero di cui parla il cartello si riferisca a uomini, pensano che Zvan sia la persona adatta per liberarli da un terribile gigante. Il compito è arduo, ma il ciabattino non si perde d'animo e con la sua astuzia riesce a sconfiggere il gigante.
La storia dell'ammazzagigante è molto diffusa. Nella versione più conosciuta il protagonista è un sarto e le mosche uccise sono "sette in un colpo". La storia ha ispirato anche un cartone animato con Topolino.

Nella tabella sono state messe a confronto la storia di Zvan fort, tratta da Storie d’Emilia-Romagna (scelta e versione di Luciana Saetti, Milano : Fabbri, 1977, pp.3-9), con due versioni di Sette in un colpo contenute in Teresa Buongiorno, 120 storie di orchi, giganti, filtri e gatti neri (Milano : A. Mondadori, 1994, pp.18-19) e in C’era una volta (testo a cura di Daniela Padoan, Milano : Rizzoli, 1995, vol. 5, pp.78-103) e con la storia di Topolino come raccontata in Topolino ammazzasette (Milano : A. Mondadori, 1977).

Storie
dell’Emilia-Romagna
120 storie C’era una volta Topolino ammazzasette
Il ciabattino Zvan (Giovanni) Il sarto
(manca il nome)
Il sarto
(manca il nome)
Il sarto Topolino
compra una ricotta compra la marmellata compra la marmellata  
Si posano sopra le mosche Le mosche volteggiano sopra Le mosche volteggiano sopra Le mosche lo infastidiscono
Con una pietra uccide più di 500 mosche in un colpo solo Ne uccide sette in un colpo solo Ne uccide sette in un colpo solo con un pezzo di stoffa Ne uccide sette in un colpo solo con la paletta
Fa un cartello per celebrare l’impresa e va in giro con quello al collo Ha una cinta di panno verde con sopra ricamato “sette in un colpo” Si fa una cintura con sopra scritto “sette in un colpo solo” Grida dalla finestra che ne ha uccise “sette in un colpo solo”
Credendo che Zvan abbia ucciso 500 uomini, lo incaricano di uccidere un pericoloso gigante Il re lo fa chiamare per liberare il regno da due pericolosi giganti Il gigante crede che abbia ucciso sette uomini Siccome si stava parlando del gigante, pensano si tratti di giganti
Invitato a corte conferma l’impresa, ma cerca di rifiutare l’incarico quando capisce che si sta parlando di giganti
Trucchi di Zvan
* gli alberi
* la macina sul letto
* la gara di corsa
Trucchi del sarto
* il “sasso” spremuto
* il lancio del “sasso”
* la spranga sul letto
Trucchi del sarto
* il “sasso” spremuto
* il lancio del “sasso”
* il trasporto della quercia
* il salto dell’albero
* la spranga sul letto
Con ago e filo cuce i vestiti del gigante in modo da impedirgli i movimenti
    Arriva a corte
Invidia dei soldati
Il re gli propone di uccidere i due giganti
Avrà metà del regno e la principessa in sposa
 
Il gigante si squarta da sé per vincere a gara Fa litigare i giganti che si uccidono a vicenda Fa litigare i giganti che si uccidono a vicenda Bloccato nei vestiti cuciti, il gigante crolla a terra
    Altre prove:
l’unicorno e il cinghiale
 
Il re dà a Zvan metà del suo regno Il sarto diventa re Il sarto riceve metà del regno e ne diventa re
Sposa la principessa
Lei scopre che è un sarto e vorrebbe liberarsene, ma il sarto è astuto e millantando le sue imprese fa paura a tutti
Sposa la principessa

 

GEORGE ORWELL E JACK L'AMMAZZAGIGANTI

“Un bonario antinomianismo del tipo di quello di Dickens è uno dei contrassegni della cultura popolare occidentale. Lo si vede nelle storie tradizionali e nelle canzoni comiche, in personaggi immaginari come Topolino o Braccio di Ferro (entrambi varianti di Jack l’Ammazzagiganti), nella storia del socialismo della classe operaia, nelle proteste popolari (sempre inefficaci, ma non sempre delle farse) contro l’imperialismo […]. E’ l’idea che si sta sempre dalla parte del perdente, dalla parte dei deboli contro i forti.”
(Charles Dickens, in The Collected Essays, Journalism and Letters of George Orwell, Harmondsworth : Penguin, 1984, vol. I, p.503)

“Uno dei fondamentali racconti folcloristici dei popoli di lingua inglese è Jack l’Ammazzagiganti – il piccolo contro il grande. Topolino, Braccio di Ferro e Charlie Chaplin sono essenzialmente la stessa figura. (I film di Chaplin, val la pena di notarlo, sono stati vietati in Germania appena Hitler ha preso il potere e Chaplin è stato attaccato scorrettamente dagli scrittori fascisti inglesi.) Non solo l’odio verso la prepotenza, ma anche la propensione a stare dalla parte del più debole per il semplice fatto che è il più debole sono quasi generali in Inghilterra.”
(The English People, ivi, vol. III, pp.22-23)

“Fino a tempi recenti le storie d’avventura caratteristiche dei popoli di lingua inglese sono state storie in cui l’eroe lotta contro le avversità. E’ sempre così a partire da Robin Hood fino a Braccio di Ferro. Forse il mito fondamentale del mondo occidentale è Jack l’Ammazzagiganti, ma per aggiornarlo alla situazione attuale dovremmo cambiargli il nome in Jack l’Ammazzanani e ci sono già un bel po’ di testi che insegnano, apertamente o implicitamente, che bisogna schierarsi con i grandi contro i piccoli. La maggior parte di ciò che si scrive oggi sulla politica estera ricama su questo e per diversi decenni la gente che si atteggiava ad intellettuale non mancava di fare una risatina di scherno quando sentiva frasi come “giocare onestamente”, “non colpire l’avversario a terra”, “non è leale”. Quel che appare un fenomeno piuttosto nuovo è scoprire che le idee condivise secondo le quali (a) quel che è giusto è giusto e quel che è ingiusto è ingiusto, chiunque sia a vincere, e (b) ci vuole rispetto per chi è debole stanno scomparendo anche dalla letteratura.”
(Raffles and Miss Blandish, ivi, vol. III, p.258)

G.C., febbraio 2007