INTERVISTA
A
DAVIDE MOROSINOTTO
Come è nato e cresciuto il tuo amore per la scrittura e come
è poi approdato nel mondo dell'editoria?
Secondo me l'amore per la scrittura nasce sempre dalla lettura.
Da piccolo ero un bambino terribile, e l'unico modo che avevano i miei genitori
per farmi stare tranquillo era darmi un libro. Poco tempo dopo ho pensato che,
se leggere era così divertente, allora volevo provare anche a scrivere
le mie storie.
Così quando ero alle elementari ho cominciato con i primi raccontini,
e poi non ho più smesso.
Crescendo mio padre mi ha fatto conoscere la grande fantascienza, Asimov e Bradbury,
e da allora è scoppiato il grande amore.
All'inizio per gioco, ho partecipato ad alcuni premi letterari, e sono riuscito
a far pubblicare qualche racconto. La grande svolta è arrivata circa
tre anni fa, quando un mio romanzo per ragazzi (La Corsa della bilancia)
ha vinto il Mondadori Junior Award. Il premio era la pubblicazione nella collana
Junior Fantasy della Mondadori. Non riuscivo a crederci.
(Okay, detto così sembra facile. In realtà prima di arrivare al
Mondadori Junior Award ho passato anche io la classica trafila dell'esordiente,
che consiste in una lunghissima serie di rifiuti o peggio ancora di imbarazzati
silenzi).
Come è nata l'idea del tuo libro La corsa della bilancia?
La
Corsa della bilancia racconta la storia di Luca, un ragazzo di dodici anni.
Un giorno, a scuola, davanti a lui compare una stella, e subito dopo Luca e
la sua amica Bilai si ritrovano in un mondo fatto di ghiaccio. Sono stati chiamati
lì per partecipare a una grande gara che si tiene ogni anno, nella quale
ogni umano viene affiancato a una creatura magica. Luca è stato convocato
nel mondo di ghiaccio dal drago Mjolnir, ma purtroppo sembra che il drago sia
svanito nel nulla. Luca dovrà vivere numerose avventure per ritrovarlo,
e poi naturalmente dovrà allenarsi e partecipare alla corsa!
Il romanzo è nato nel 2004: come regalo di laurea, la mia ragazza mi
ha portato in vacanza in Svezia. Un giorno, mentre passeggiavamo per Stoccolma,
ho visto un bambino che girava con lo skate. A un certo punto si è fermato,
ha lasciato perdere lo skate ed è salito in groppa a una statua a forma
di leone. Quello è stato il "grilletto" che ha dato il via
al romanzo.
C'è stata anche una seconda fonte di ispirazione, se possiamo chiamarla
così. In quel periodo della mia vita c'erano un sacco di cose che non
giravano per il verso giusto, trovare un lavoro era molto più difficile
di quanto pensassi, e cominciavo a non poterne più. Tutti ripetono sempre
che se ti impegni, studi e ce la metti tutta, prima o poi arriveranno i risultati.
Ma ci sono anche tante cose che sono fuori dal nostro controllo, e a volte bisogna
rassegnarsi e capire che non sempre è possibile vincere. Ecco, volevo
raccontare una storia dove vincere non fosse la cosa più importante.
Quali sono i tuoi autori e libri preferiti? Un classico e un libro
recente (o anche più di uno) che consiglieresti ai nostri lettori?
Bella domanda. Qui l'elenco è per forza di cose lungo: nella mia classifica
personale il primo posto a pari merito va ad Asimov, Stephen King e Philip Dick.
Poi Philip Roth, Gaiman, Ellroy, Lansdale, Terry Pratchett. E non dimentichiamo
gli italiani: Calvino e Buzzati, Scerbanenco, i Wu Ming, Eraldo Baldini e Carlo
Lucarelli, il bravissimo Evangelisti… Ma ce ne sarebbero ancora tanti
altri!
Cercando di essere un po' più schematico, ecco i miei "suggerimenti
di lettura":
Un grande classico: I miserabili di Hugo
Un libro recente: nel 2010 il più bello che ho letto finora è
Perdido Street Station di China Mieville. Spero che lo ristampino,
perché non è facile trovarlo in giro.
Un classico per ragazzi: Il giro del mondo in 80 giorni di Verne. L'avrò
letto trenta volte, è stato il primo libro che mi ha fatto scoprire davvero
il piacere della lettura.
Un libro recente per ragazzi: so che non si fa, ma mi vengono in mente i libri
degli scrittori miei amici. Perciò per i più grandicelli suggerisco
i libri di Pierdomenico Baccalario, e per i più piccoli i libri "Scuola
dei pirati" di Sir Steve Stevenson.
Come è stato e come è il tuo rapporto con le biblioteche?
Sono sincero: per i libri ho una passione quasi maniacale, perciò se
posso tendo a comprarli e a riempire la mia casa fino a farla scoppiare.
Quando ero piccolo andavo alla biblioteca del mio paese, ma per me era un posto
"di transito": prendevo i libri, tornavo a casa e li restituivo dopo
qualche giorno per prenderne di nuovi.
La vera passione per le biblioteche è arrivata solo all'università,
a Bologna: per un certo periodo ho fatto l'aiuto-bibliotecario per guadagnare
qualcosa. Il mio lavoro preferito era riordinare gli archivi. Erano stanze sotterranee
davvero sterminate, e nei giorni più tranquilli avevo il permesso di
scendere là sotto e sedermi da qualche parte a leggere.
Credo che le biblioteche siano un patrimonio da proteggere, sono una grande
occasione per trovare libri rari o fuori commercio… Ma c'è molto
di più: permettono di leggere anche a chi non ha i mezzi per comprare
tutti i libri dei suoi sogni.
Perciò, ovviamente, appoggio al 100% la campagna contro il prestito bibliotecario
a pagamento. Ci manca solo questa!
A proposito di biblioteche, dando un'occhiata in giro ci sembra che
le nostre siano le uniche ad aver scoperto chi è il "David Carlyle"
che ha scritto Skyland.
David
Carlyle è, diciamo così, un caro amico. Ho cominciato a considerarlo
una specie di entità separata, più che uno pseudonimo. Il vostro
bibliotecario ha fatto bene a far corrispondere Davide Morosinotto e David Carlyle
e fategli i complimenti perché ci ha azzeccato! Anche se su Internet
non troverà conferme da nessuna parte (detto fra noi, una parte di me
spera che continui così).
Tra l'altro ultimamente sto usando anche un altro pseudonimo, sempre per Piemme,
e a quanto mi risulta finora non l'ha beccato nessuno. Chiedetegli se accetta
la sfida di capire chi è.
Sfida accettata: è Jeremy Belpois (serie Code Lyoko).
Ovviamente ha indovinato anche questo.
Skyland e Code Lyoko già esistevano come serie
di animazione. Come sei diventato lo scrittore italiano delle serie e come è
in questo caso il lavoro dello scrittore?
Qualche tempo fa mi è stato proposto di lavorare su queste due serie,
e io ho subito accettato con entusiasmo. E’ stata anche una grande opportunità
per capire cosa vuol dire davvero il lavoro di squadra. Anche se "da fuori"
non si vede, dietro ogni libro c'è l'impegno e la professionalità
di molte persone diverse, dagli editor ai responsabili dei contenuti, dai direttori
di collana agli illustratori. Ho avuto la fortuna di incontrare un gruppo davvero
solido e affiatato, con cui c'è un continuo scambio di idee e che mi
segue passo passo con una pazienza e una disponibilità infinite.
Detto questo, Lyoko e Skyland sono due progetti molto diversi
fra loro, anche per l'età a cui sono rivolti (in gergo si dice che Skyland
è un libro per "giovani adulti", anche se non credo molto in
queste etichette). In entrambi i casi io e la squadra abbiamo avuto una grande
libertà d'azione. Non volevamo limitarci a riproporre i contenuti della
serie d'animazione, ma volevamo raccontare una storia "nostra" che
potesse affascinare chi legge: e questo è l'obiettivo che teniamo sempre
in mente in ogni fase del lavoro.
Alla fine Code Lyoko si è trasformato sotto le nostre mani in
una spy story: ci sono computer militari, mondi virtuali, agenti segreti e un
gruppo di ragazzi che si ritrova nei pasticci. Ma sono tutti molto in gamba
e confido che in qualche modo riusciranno a risolvere la situazione.
Skyland invece è ambientato tra qualche secolo, nel futuro.
Gli uomini della nostra epoca hanno fatto degli esperimenti, diciamo così,
azzardati… E il risultato è che il pianeta è esploso lasciando
solo poche isole che galleggiano nel cielo. Purtroppo, con la distruzione del
pianeta sono anche scomparsi tutti i fiumi e i mari, e Skyland si trova
a dover affrontare il problema della scarsità d'acqua.
I protagonisti del libro sono Valery, una ragazza dotata di particolari poteri
ESP, e Lorenzo, che un po' per caso si ritrova tra le mani un dossier segreto
che può rivelare agli esseri umani come salvare Skyland. I due
ragazzi si incontreranno e dovranno affrontare numerose difficoltà.
Infine classica domanda finale sui tuoi programmi per il futuro.
Qui sono costretto a fare un po' il misterioso. Posso dire che sto lavorando
sui prossimi libri di Code Lyoko e di Skyland, ma ci sono
anche altre novità in arrivo tra l'estate e il prossimo autunno-inverno.
È possibile che per questi nuovi libri mi inventerò un altro pseudonimo,
e voglio proprio vedere se il vostro bibliotecario riuscirà a smascherarmi
anche questa volta. Io intanto ho lanciato la sfida!
(da "Il topo di biblioteca", n.94, marzo 2010, pp.2-3, e n.95, aprile 2010, p.2)